GIUSTIZIA

Se lo Stato perde ora paga (le spese legali)

Chi viene assolto in via definitiva otterrà un rimborso fino a 10.500 euro. Lo prevede l'emendamento alla legge di bilancio presentato dal parlamentare piemontese Costa. "Un importante passo di civiltà" di fronte a processi che spesso finiscono nel nulla

Gli assolti con formula piena avranno diritto al rimborso delle spese legali sostenute per difendersi. Lo prevede un emendamento presentato dal parlamentare piemontese Enrico Costa (Azione) alla legge di bilancio, che è stato approvato all’unanimità. La proposta è stata sottoscritta anche da Lucia Annibali (Italia Viva) e Maurizio Lupi (Noi con l’Italia) e sostenuta da Lega, Pd e Forza Italia, “prevede un principio di assoluto buonsenso. Se lo Stato sottopone un cittadino innocente al lungo, defatigante e spesso umiliante calvario delle indagini e del processo, è giusto che lo risarcisca”. Il budget annuale è di 8 milioni di euro e si prevede un limite massimo di 10.500 euro di rimborso.

“Oggi, in Italia, chi riesce a dimostrare la propria assoluta estraneità al reato o l’insussistenza di qualunque fatto di rilevanza penale, non solo deve sopportare il peso del processo (che di per se è una pena), ma anche quello delle spese necessarie per difendersi. E questo non è giusto”, osserva l’ex ministro Costa. “Con l’approvazione di questo emendamento lo Stato dovrà prendere atto, con un risarcimento concreto, che la vita di molte persone è rovinata da processi che finiscono nel nulla. Ed è un importante passo di civiltà giuridica”, aggiungono Costa e la Annibali.

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