Saldi: Confesercenti e Ascom, disastro nuove chiusure

"I commercianti sperano nei saldi per recuperare le perdite registrate, superiori a un miliardo. La chiusura nel weekend sarebbe un disastro. Lo scontrino medio è in calo di un terzo rispetto alla scorsa stagione, pesano le preoccupazioni per il futuro e l'assenza di turisti". È la stima di Confesercenti, sulla base di un sondaggio condotto in vista delle vendite di fine stagione che inizieranno giovedì 7 gennaio. Un torinese su due si dice interessato ad acquistare durante i saldi, ma solo il 10% ha già stabilito un budget: in media 200 euro, in ribasso rispetto al 2019. La spesa potrebbe essere più alta, visto che il 75% del campione deciderà gli acquisti sul momento, a seconda delle occasioni. Una tale incertezza alla vigilia dei saldi non si era mai riscontrata. In cima ai desideri dei torinesi ci sono scarpe e capispalla, possibile acquisto per il 40%, con cappotti, giacconi e giubbotti trainati dal clima freddo. Seguono prodotti di maglieria (38%), capi di camiceria (26%), magliette e intimo (entrambi al 22%), poi borse (13%) e accessori (11%). Gli sconti saranno subito piuttosto elevati: 30-40%, in molti casi anche il 50%. "Da parte dei negozi - dice il presidente di Confesercenti, Giancarlo Banchieri - c'è coraggio, forza di volontà e determinazione a ripartire, ma la situazione non è facile a causa delle preoccupazioni per il futuro, dello smart working che svuota le città e della mancanza di turisti. Se a questo si aggiungessero restrizioni nel fine settimana sarebbe un disastro, sia nella versione rossa sia in quella arancione: si sa che l'effetto saldi si manifesta soprattutto nei primissimi giorni. L'auspicio è che, nonostante tutto, segnino un'inversione di tendenza per un settore che ha subito danni pesantissimi dalla pandemia".

Dello stesso avviso anche Ascom, secondo cui il rito dei saldi è più che mai irrinunciabile, ma prevale l'incertezza. Per questo un eventuale nuovo lookdown sarebbe "un disastro per l'intera filiera della moda e dell'abbigliamento in un anno in cui la spesa media segna un netto calo con una cifra di circa 200 euro per nucleo familiare". Inoltre nel Centro e nelle zone a vocazione turistica e commerciale della città per effetto dello smart working si fa sentire forte la mancanza del turismo invernale. Prezzi ribassati, fin dai primi giorni a partire dal 50-70% a seconda dei negozi e degli articoli in vendita. "I ristori arrivati in ritardo non sono bastati per aiutare le imprese. Chiediamo pertanto lo stato di crisi per il settore, un biennio bianco per coloro che hanno perso fatturato, finanziamenti per la ripartenza con fondo perduto e tempi straordinari di rientro, bonus adeguati per sanare parte del fatturato perso, cassa integrazione puntuale e continuativa per i nostri collaboratori anche oltre la fine dell'emergenza" commenta la presidente Maria Luisa Coppa. "L'apertura della stagione dei saldi invernali - aggiunge Gianfabio Vanzini presidente del Gruppo Moda – inizia con l'attenzione rivolta dell'andamento della curva epidemiologica. Le interferenze del Covid sulle performance 2020 del settore sono state importanti. La coda dell'epidemia lambisce anche il 2021 ma con la speranza di essere alla fine di un ciclo. Scongiurando ulteriori restrizioni il nostro impegno e' massimo per garantire anche nei saldi il rispetto delle norme di sicurezza".

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