POLITICA & GIUSTIZIA

Messo alla prova Montagna rischia il processo

Chiuse le indagini sul sindaco Pd di Moncalieri: non avrebbe svolto i lavori socialmente utili, come concordato con il tribunale di Torino, per chiudere una precedente vicenda giudiziaria

Irregolarità nello svolgimento della cosiddetta “messa alla prova” per le persone processate o sottoposte a indagine. Nella nuova inchiesta della procura di Torino a carico di 9 persone compare pure Paolo Montagna, sindaco di Moncalieri. Il reato ipotizzato è il falso ideologico. Oggi dal Palazzo di giustizia sono stati spiccati gli avvisi di chiusura indagine, atto che solitamente prelude la richiesta di rinvio a giudizio. Gli accertamenti si innestano sul comportamento di Montagna, il quale, nel corso di un’altra indagine, tra il 2019 e il 2020, aveva chiesto l’istituto alternativo alla detenzione, svolgendo lavori socialmente utili, che però, secondo gli investigatori, non svolse correttamente. Con la messa alla prova, previsto per episodi considerati di minore gravità, il procedimento a carico di un indagato o di un imputato viene sospeso: se un giudice rileva l’esito positivo il reato si estingue. Tra i 9 indagati figurano un funzionario del Comune di Moncalieri, i responsabili di due enti, alcune persone che avevano svolto periodi di messa alla prova.

Montagna, nell’ambito di un procedimento su una vicenda di un accesso abusivo a un sistema informatico, aveva svolto un primo periodo di messa alla prova (map) prestando servizio di assistenza a persone con disabilità mentali per conto di un’associazione operativa all’interno dell'ospedale Molinette (che è estraneo ai fatti). La primavera scorsa l’attività fu sospesa per via del lockdown e, per proseguire la messa alla prova, passò al “servizio trasmissioni” di un’associazione di protezione civile a Moncalieri. Secondo gli inquirenti, coordinati dal pm Gianfranco Colace, furono commesse diverse irregolarità: le ore di servizio indicate non furono quelle effettivamente svolte. Uno dei registri, peraltro, fu trovato dalla polizia giudiziaria nella disponibilità di un funzionario dell’ufficio tecnico del Comune di Moncalieri, sospettato di avere avuto contatti non corretti con altre persone sottoposte alla messa alla prova. Per lui è stata ipotizzata anche la corruzione in atti giudiziari: in cambio di attestazione di avvenuta map avrebbe fatto svolgere dei lavori a un artigiano.

“Con franchezza, non vi nascondo la fatica che questa vicenda, che dura ormai da 4 anni, mi sta provocando dal punto di vista personale. Sono sereno, però: perché ci sarà modo e tempo per chiarire i fatti; perché nessuna accusa riguarda comportamenti o circostanze della mia attività di sindaco, a cui dedico da sempre tutte le mie energie”. Così Montagna commenta su Facebook, rivolgendosi ai suoi concittadini, la decisione della procura. “Insieme ad un profondo sentimento di fiducia nella giustizia, vive in me la consapevolezza del patto di fiducia che ci lega, per il cui rispetto ho sempre orientato tutte le mie azioni”, aggiunge il primo cittadino annunciando l’intenzione di partecipare alle prossime udienze.

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