POLITICA & GIUSTIZIA

Appendino si tira su

Il giorno dopo la condanna per la tragedia di piazza San Carlo la sindaca cerca di lenire l'amarezza mangiando un dolce in compagnia della figlia Sara. Con tanto di foto sui social che fa storcere il naso a Bertola: "Ecco perché non la sopportavo più"

“L’importanza di avere qualcuno che ti vuole bene (in questo caso la mia sorellona) che in un momento difficile ti fa trovare in frigo a colazione un bel tiramisù. Si riparte!”. All’indomani della condanna in primo grado a un anno e mezzo per la tragedia di piazza San Carlo, la sindaca di Torino, Chiara Appendino, trova conforto negli affetti famigliari e cerca di lenire, almeno in parte l’amarezza con cucchiate del dolce preferito dal marito Marco e preparato dalla sorella Silvia.

È lei stessa a rendere partecipi i cittadini torinesi offrendo il quadretto domestico pubblicando sui social una foto che la ritrae seduta a tavola per la colazione insieme alla figlia Sara. “Il dolore per quanto accaduto quella notte è ancora vivo e lo porterò sempre con me – è stata la sua reazione di ieri alla lettura della sentenza –. Con la stessa sincerità vorrei aggiungere ancora una cosa: a questi sentimenti, oggi, si somma anche una sensazione di amarezza. Perché se è vero che la carica istituzionale che ricopro comporta indubbiamente delle responsabilità, alle quali non ho alcuna  intenzione di sottrarmi, è altrettanto vero che oggi devo rispondere, in quanto sindaca, di fatti scatenati da un gesto - folle - di una banda di rapinatori. Proprio sul difficile ruolo dei sindaci, sui rischi e sulle responsabilità a cui sono esposti, forse andrebbe aperta una sana discussione”. Invito raccolto in modo trasversale, vista la messe di attestati di vicinanza, personali e politici, arrivati alla prima cittadina e le riflessioni sulla responsabilità, anche penale, dei sindaci e dei pubblici amministratori.

Tra le voci dissonnanti dal coro di quasi unanime solidarietà che in taluni casi arriva a dipingerla come “vittima” di una ingiustizia, spicca quella di Vittorio Bertola, primo candidato sindaco del M5s, suo compagno di battaglie in Sala Rossa nei cinque anni di opposizione a Piero Fassino: “Cioè capisci, il problema non è che è morta della gente, il problema è che lei è giù di morale e allora mangia il tiramisù con la figlia in bella evidenza ad uso delle telecamere. Mi sono ricordato perché non la sopportavo più”.

print_icon