In dieci anni perse 18mila imprese, "paralizzata" l'economia di Torino
13:29 Giovedì 04 Febbraio 2021La pandemia ha dato il colpo di grazia al tessuto produttivo della città, colpendo soprattutto aziende di dimensioni ridotte, sotto i dieci addetti. Il 2020 presenta un quadro di sostanziale stallo, con un calo di aperture e chiusure. Analisi della Camera di Commercio
Il tessuto imprenditoriale torinese assiste a una lenta erosione, a prescindere dall’attuale crisi sanitaria: dal 2011 a oggi si sono perse circa 18.000 imprese, il 7,5% del totale. Sono soprattutto micro imprese con meno di 10 addetti. Lo rileva la Camera di Commercio di Torino che ha presentato i dati della nati-mortalità imprenditoriale torinese nel 2020, un’analisi che prende in esame le iscrizioni e le cessazioni di attività registrate nel corso dell’anno.
“Il 2020 si configura come un anno di sostanziale paralisi della dinamicità imprenditoriale – spiega Dario Gallina, presidente dell’ente camerale – con un forte calo sia delle aperture sia delle chiusure di impresa, queste ultime mitigate dalle misure di sostegno introdotte nel corso dell’anno a livello nazionale e regionale. Anche se nel 2020 il tasso di crescita è risultato positivo (+0,16%), dovremo attendere i dati 2021 per poter quantificare con maggiore precisione gli effetti reali della crisi sanitaria sul complesso del tessuto imprenditoriale”.
Con 219.700 imprese registrate a fine 2020 e un aumento di 187 unità il tessuto imprenditoriale torinese rimane stabile rispetto al 2019: il tasso di crescita si attesta a +0,16%, simile rispetto al 2019, in linea con il trend a livello nazionale (+0,32%), ma in controtendenza rispetto al dato regionale (-0,23%). Sia le iscrizioni sia le cessazioni sono ai minimi storici da inizio millennio, rispettivamente 11.919 e 11.558. Nel 2007 raggiunsero il picco con 19.524 aperture e 16.467 chiusure. Da un lato l’incertezza economica ha frenato l’avvio di nuove attività, dall’altro le azioni di sostegno, fra cui le misure fiscali, i contributi a fondo perduto e i ristori, hanno rallentato o forse solo ritardato le chiusure. Prendendo in considerazione le imprese attive, il tasso di sopravvivenza medio a tre anni (imprese iscritte nel 2017) risulta del 70,7%, in aumento rispetto al passato, a seguito del contesto economico particolare. Tra le imprese subalpine nate nel 2011, a tre anni dall’iscrizione, ne sopravviveva poco più del 61%.
L’impatto della pandemia e soprattutto delle restrizioni legate a essa si è manifestato nella richiesta di variazione del codice Ateco. Nel 2020 l’anagrafe camerale torinese ha gestito 1.390 richieste di variazione del codice Ateco sia di attività prevalente, sia secondaria, a fronte delle circa 210 e 135 pratiche rispettivamente del 2019 e 2018.