POLVERE DI (5) STELLE

Appendino ai 5s: "Dite sì a Draghi"

La sindaca annuncia il suo sostegno dell'ingresso del M5s nel governo. "Siamo nati sulle idee e non sulle ideologie, dei colori ci sono i progetti, prima del consenso ci sono i cittadini, prima del tornaconto politico c'è il Paese". Appello della Castelli

Lei, per coerenza, non voterà essendo ancora autosospesa in seguito alle sue vicende giudiziarie, ma Chiara Appendino non ha rinunciato a esprimere il suo sostegno al nascituro governo di Mario Draghi, invitando gli attivisti del M5s a votare sì. “Proprio perché siamo nati sulle idee e non sulle ideologie, perché abbiamo sempre detto che prima dei colori ci sono i progetti, prima del consenso ci sono i cittadini, prima del tornaconto politico c’è il Paese. Ora è il momento di dimostrarlo. È il momento di dimostrare la forza delle idee” afferma, riguardo al voto su Rousseau la sindaca di Torino. “Personalmente – prosegue – auspico la formazione del Governo e che il MoVimento 5 Stelle ne faccia parte, facendo sentire la sua voce sui temi come ambiente, innovazione e sociale. Considero quella del Governo Conte II la stagione politica di cui il nostro Paese aveva bisogno”, aggiunge la sindaca, ricordando che “ora, 209 miliardi sono una cifra con cui l’Italia può uscire dalla crisi, rinascere e prendere quello slancio economico che garantisca un futuro migliore a noi e alle prossime generazioni. Adesso è il momento di mettere quei fondi su progetti concreti”. Appendino cita, fra gli altri, “riforme strutturali. Transizione energetica. Innovazione e lavoro. Istruzione. Welfare. Reddito di Cittadinanza. Si faccia, ma si faccia in fretta – conclude –. Io sono certa che il Movimento 5 Stelle sia la forza politica, progressista ed ecologista, che porterà avanti concretamente tutto questo”.

Insomma, anche Appendino pare aver accolto positivamente il segnale arrivato dall’ex numero uno della Bce ai grillini con la costituzione del ministero della Transizione energetica (poi trasformato in Ecologica): ci sarà l’unione del ministero dell'Ambiente con quello dello Sviluppo, ha annunciato Luigi Di Maio (l’altra ipotesi è che all’Ambiente vengano aggiunte delle deleghe ad hoc). A chi verrà destinato ancora non c’è certezza. I pentastellati ci puntano. Il nome in pole è quello di Stefano Patuanelli ma, qualora Draghi volesse un governo di “discontinuità”, non si esclude che possa andare ad un tecnico (si fa il nome di Enrico Giovannini) o ad un big M5s, ovvero allo stesso Di Maio se non venisse confermato alla Farnesina. Fonti parlamentari M5s riferiscono che anche il premier uscente Conte, qualora il suo nome fosse promosso dal Movimento, non si tirerebbe indietro. Il giurista pugliese ha ribadito il suo appoggio a Draghi, se fosse iscritto voterebbe sì su Rousseau. A sbloccare la trattativa è stata anche una telefonata tra Beppe Grillo e Draghi. Il primo ha sentito anche Di Maio per concordare la strategia ed eliminare le ultime resistenze. Al momento la fronda del no è composta da una trentina di esponenti pentastellati.

A dare manforte alla sindaca arriva l’indicazione di un’altra esponente di punta dell’ala governista, la viceministra uscente dell’Economia Laura Castelli. “Votare sì vuol dire far nascere quel Governo che serve al Paese. Un Governo in cui il MoVimento deve esserci, per incidere”, argomenta sui social. “In questi tre anni abbiamo sempre messo al primo posto i temi, guardando agli obiettivi che andavano raggiunti. Lo abbiamo fatto convincendo, con tutte le nostre forze, i partiti politici che, con noi, hanno condiviso un tratto di strada”. Castelli fa leva sull’orgoglio di partito, arrivando a evocare Casaleggio padre: “Abbiamo dimostrato di saper realizzare cose che sembravano impossibili, incidendo veramente sui processi decisionali. Lo abbiamo fatto, come MoVimento 5 Stelle, dal Governo del Paese, con la capacità di trovare una soluzione ai problemi che ci pervenivano dai territori. Gianroberto diceva sempre se non trovi la soluzione sei parte del problema. Il MoVimento 5 Stelle ha cambiato, per sempre, il modo di fare politica. Con noi, i cittadini sono veramente entrati nelle istituzioni. Rendendo trasparente ciò che prima era segreto e riservato a pochi”. Da qui l’appello: “La scelta che dobbiamo compiere è estremamente importante: andare avanti o tornare indietro. Continuare ad incidere sui processi, contribuire a scrivere e realizzare quel Piano Industriale che serve al Paese e che ci consentirà di investire, bene, i 209 miliardi del Recovery Fund, difendere e migliorare le riforme che abbiamo approvato in questi anni, o lasciarlo fare ad altri. Siamo chiamati ancora una volta a fare la nostra parte, e senza di noi, tante cose non sarebbero andate come oggi possiamo raccontare”.

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