CORSO REGINA

Picco o Falco per il dopo Aimar

Gli uffici della Regione confermano: non è necessario un nuovo bando per selezionare il successore del direttore della Sanità dimissionario. Si profila un'intesa tra governatore Cirio e assessore Icardi. In pole l'attuale numero uno dell'Asl di Torino e l'ex dg delle Molinette

Un’inattesa accelerazione potrebbe portare in tempi assai più brevi del previsto in corso Regina Margherita il nuovo direttore regionale della Sanità, dopo le dimissioni di Fabio Aimar. Un pesante indizio che porta in questa direzione è la richiesta arrivata da piazza Castello agli uffici della Regione di verificare la possibilità di evitare un nuovo bando e poter pescare il futuro vertice tecnico della sanità piemontese nell’elenco dei candidati ammessi in seguito all’avviso di selezione del 12 novembre del 2019 dal quale la giunta scelse “il candidato che risponde maggiormente ai requisiti richiesti per la copertura del posto di che trattasi e rappresenta la scelta più idonea per svolgere le attività ascritte all’incarico in questione”. Ovvero l’allora responsabile della struttura complessa Bilancio e Contabilità dell’Asl Cuneo2, dopo aver svolto analogo incarico nella Cuneo1.

A quanto risulta la risposta al quesito aprirebbe senza problemi, visto che nulla è mutato rispetto a poco più di un anno fa, all’utilizzo dell’elenco senza quindi la necessità di avviare un nuovo iter per raccogliere le manifestazioni di interesse per il ruolo di direttore regionale. Nuovo procedimento che, invece, è stato annunciato come già in itinere dall’assessore alla Sanità Luigi Icardi e del quale ha fatto cenno lo stesso Aimar, confermando la sua disponibilità a restare al suo posto fino a quando non sarà nominato il successore. Due strade opposte, quelle imboccate da corso Regina e da Piazza Castello, sede della presidenza della Regione? All’apparenza sì. Così come non sfugge una certa spinta a chiudere in fretta la questione da parte di Alberto Cirio, che sulla vicenda non ha fatto neppure un cenno in dichiarazioni pubbliche, pur avendo affrontato l’argomento nel corso della giunta di ieri. Al netto della disponibilità assicurata da Aimar per il periodo di transizione, l’intenzione del governatore sarebbe quella di non trascinare per mesi, ma neppure per settimane, la situazione.

La soluzione sarebbe proprio in quell’elenco di nomi che seguono, anche per questione di ordine alfabetico, quello del direttore dimissionario. Eccola la lista: Valter Alpe, Simone Baldovino, Umberto Bono, Giorgio D’Allio, Fabrizio De Nicola, Silvio Falco, Giovanni Franchino, Paolo Frascisco, Marcello Giannico, Luigi Alessandro Giudici, Giovanni La Valle, Carlo Picco, Carmelo Pullara,Tommaso Russo, Thomas Scahel, Roberto Soj, Giovanni Maria Soro, Silvia Torrengo, Gianfranco Zulian. Venti nomi, diciannove tolto Aimar, solo su due dei quali o al massimo tre probabilmente si giocherà la partita, se resterà ristretta a questo novero vista anche la scarsa attrattività che quella poltrona in questo periodo pare esercitare all'esterno dei confini. Partita che resta da vedere se sarà giocata da governatore e assessore insieme o su due fronti differenti.

L’ipotesi che in queste ore circola restringe la scelta all’ex direttore generale della Città della Salute e attuale numero uno dell’Asl di Imperia Falco e al commissario della Città di Torino Picco. Il primo gode della forte stima di Cirio che sarebbe pronto a chiedere all’amico e collega Giovanni Toti di “liberare” senza problemi il manager nel caso di un suo ritorno in Piemonte. Su Falco, manager apprezzato e considerato tra i migliori sulla piazza, pesa tuttavia il suo abbandono del vertice delle Molinette giusto un anno fa, era il 21 febbraio con l’emergenza Coronavirus alle porte. “Mai avuto intenzione di mandare via il direttore Falco”, disse allora Icardi, anche se il manager non sembrò aver preso affatto bene la decisione di scegliere Aimar e non lui per la plancia di comando di corso Regina. “Aveva trovato i conti sfasciati, ma al contrario di altri non li aveva peggiorati”, aveva aggiunto l’assessore a conferma della sua intenzione di non chiederne la testa. Ma Falco annusando l’aria aveva deciso, provocando pure una certa irritazione nel governatore senza tuttavia intaccarne la stima. I rapporti tra il vertice delle Molinette e quello della sanità regionale non erano comunque idilliaci, tutt’altro. E, complice l’emergenza pandemia, non si perse tempo per nominare Giovanni La Valle al posto di Falco. Lasciato l’incarico “per motivi personali”, il direttore a fine dell’anno scorso migra in Liguria.

Dalla Sicilia, invece era tornato nel suo Piemonte, a fine dicembre del 2019 Carlo Picco, attuale commissario dell’Asl Città di Torino, leghista di antica data e skill del lumbard pragmatico e dell’alta burocrazia, nominato nel board della Compagnia di San Paolo e oggi forse la figura con più chance per subentrare ad Aimar. A lui si deve gran parte dell’idea di costituire il Dirmei, il dipartimento per le malattie infettive ed emergenza diventato da mesi il centro nevralgico e decisionale della sanità al tempo del Covid. Lo ha retto dalla nascita per un po’ fino alla nomina di Emilpaolo Manno. Un passaggio di consegne previsto, ma non certo un’uscita di scena per il manager sempre assai ascoltato. L’eventuale arrivo di Picco in corso Regina non provocherebbe alcuno scossone negli equilibri politici e non sarebbe vissuto, vista la sua appartenenza politica e gli ottimi rapporti con Icardi, come una sorta di commissariamento da parte di piazza Castello sul quartier generale della sanità. Anche per questa ragione il borsino dell’ex direttore generale del Policlinico di Palermo nel periodo in cui la Lega nell’isola era affidata al deputato lombardo Stefano Candiani, sembra crescere rispetto a quello dell’ex numero uno della Città della Salute. Ma si sa quante oscillazioni possono repentinamente avere le quotazioni in casi come questo in cui le variabili non si contano e dove, potrebbe pure spuntare un’ulteriore soluzione con il nome di Gianfranco Zulian, attuale responsabile dell’emergenza Covid in seno alla direzione regionale, manager di lungo corso, anch’egli in quota Lega e molto stimato da Cirio. Per lui molti ipotizzano un futuro al vertice dell’Azienda Zero dove dovrebbe trovare un ruolo lo stesso Aimar.

I prossimi giorni, ma anche probabili incontri informali nelle prossime ore, potrebbero dipanare almeno in parte la matassa e sciogliere i nodi per la scelta del nuovo direttore regionale. Incombenza che se capita a meno di due anni dall’insediamento dell’amministrazione Cirio, non è certo mancata nella precedente legislatura quando Fulvio Moirano, voluto da Sergio Chiamparino, dopo giusto due anni lasciò corso Regina per andare in Sardegna. Sarà sostituito dall’ex direttore generale del ministero Renato Botti ingaggiato aumentando l’emolumento e che a sua volta fece le valigie sempre dopo un paio d’anni per andare a dirigere la Sanità del Lazio, lasciando il timone della sanità piemontese nelle mani del suo vice Danilo Bono, fondatore e a lungo direttore del 118. Lui sarebbe rimasto ancora anche se aveva raggiunto l’età per la pensione, se gli fosse stato chiesto. Ma Aimar dalla provincia Granda aveva già preparato le valigie per Torino.

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