CONTRORDINE

Stop allo sci, l'ira di Cirio

A poche ore dall'annunciata riapertura degli impianti il ministro Speranza cambia idea. Tutto fermo fino al 5 marzo. Il governatore: "Sono allibito, è una mancanza di rispetto". Ora ristori per un settore in ginocchio. Domani giunta regionale straordinaria

Salta la riapertura delle stazioni sciistiche prevista per domani. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato un provvedimento che vieta lo svolgimento delle attività sciistiche amatoriali fino al 5 marzo 2021, data di scadenza del Dpcm. Il provvedimento, si legge in una nota, tiene conto dei più recenti dati epidemiologici comunicati venerdì 12 febbraio dall'Istituto Superiore di Sanità, attestanti che la variante inglese caratterizzata da maggiore trasmissibilità, rappresenta una percentuale media del 17,8% sul numero totale dei contagi.

Immediata e durissima la reazione del governatore Alberto Cirio alla decisone del Governo. “Sono allibito da questa decisione che giunge a poche ore dalla riapertura programmata per domani”, dichiara ricordando che il comitato tecnico scientifico nazionale soltanto dieci giorni fa, il 4 febbraio, aveva stabilito che in zona gialla da lunedì 15 si sarebbe potuto sciare. Su queste direttive il Piemonte si è mosso, nel rigoroso rispetto delle regole. Regole che non possono cambiare tutte le settimane. E, soprattutto, i dati aggiornati sulla situazione epidemiologica sono in possesso del Cts e del Governo da mercoledì”. 

Cirio prosegue chiedendosi “se non fosse il caso di fare queste valutazioni prima, invece di aspettare la domenica sera”. Il presidente della Regione giudica la decisione comunicata a poche ore dalla prevista apertura degli impianti “una mancanza di rispetto inaccettabile da parte dello Stato che dovrebbe garantire i suoi cittadini, non vessarli. Parliamo di imprese che hanno già perso un intero anno di fatturato, messe in ginocchio dalla pandemia e che hanno usato gli ultimi risparmi, ammesso di averli ancora, per anticipare le spese necessarie alla riapertura. In questi giorni è stato assunto personale, sono state battute le piste, pre-venduti i biglietti e prese le prenotazioni. Come si può pensare di cambiare idea la sera prima? I palazzi romani sono ancora sulla terra o si sono trasferiti su un altro pianeta?”.

Per il governatore “la prudenza, fin dall’inizio di questa terribile emergenza sanitaria, è stata nella mia Regione la guida, così come il rispetto delle regole. Abbiamo assunto spesso decisioni più restrittive, consapevoli del sacrificio che chiedevamo ma anche del bisogno di tutelare la vita. E anche in questo caso abbiamo atteso diligentemente le decisioni del governo, prima di intervenire con una mia ordinanza, che aveva comunque limitato la capienza degli impianti al 30%. Oggi cambia tutto. Ciò che contesto non è il merito, ma il metodo. Chi li pagherà i danni? Come se quelli già subiti non fossero abbastanza. Mi attiverò immediatamente per quantificarli e ho già convocato per domani una giunta straordinaria, perché il mondo della neve del Piemonte non può rimanere solo, merita rispetto”. Due assessori, il titolare dello Sport Fabrizio Ricca (Lega) e il responsabile degli Affari legali Maurizio Marrone (Fratelli d’Italia), non escludono di impugnare la decisione del governo e il sostegno a eventuali azioni legali da parte degli operatori.

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