BERLUSCONES

"Cambiamo" (partito), Napoli e Ruffino lasciano Forza Italia

I due parlamentari piemontesi, da tempo su posizioni critiche, mollano Berlusconi. L'approdo è la nuova formazione fondata dal governatore ligure Toti. "Nessuna polemica ma è arrivato il momento di dare una svolta". E dar vita a una forza di centro

La decisione era nell’aria, oggi è arrivata l’ufficialità. Daniela Ruffino e Osvaldo Napoli lasciano Forza Italia. L’approdo dei due parlamentari piemontesi è “Cambiamo”, la creatura politica del governatore ligure Giovanni Toti che in terra alessandrina annovera già il senatore Massimo Berutti. Dopo aver frequentato “Voce libera”, l’associazione promossa da Mara Carfagna, di fronte alle titubanze della neo ministra per il Sud del governo Draghi, hanno deciso di rompere gli indughi e mollare Berlusconi. “Ho inviato la comunicazione oggi nel pomeriggio al mio gruppo. Nessuna polemica con FI, ma penso che ci siano momenti importanti di cambiamento e svolta – spiega Ruffino –. È un cammino che desidero fare con forza sul territorio. In FI ho lavorato con entusiasmo e portando tanti risultati, sono stata sempre la prima eletta, il primo sindaco donna nel mio comune, la prima consigliera provinciale eletta a Torino. Il mio modo di lavorare è stare in mezzo alla gente, domani terremo una conferenza stampa per annunciare il futuro”. Schierati apertamente contro la linea filo sovranista che alberga in vasti strati del partito, Ruffino e Napoli (assieme al collega lombardo Guido Della Frera) erano da tempo collocati su posizioni critiche anche sulla gestione del coordinatore regionale Paolo Zangrillo.

I tre transfughi vanno ad aggiungersi agli altri cinque deputati totiani: Manuela Gagliardi, Stefano Benigni, Claudio Pedrazzini, Giorgio Silli e Alessandro Sorte. Del nuovo gruppo faranno parte anche due deputati di “Popolo Protagonista”, Gianluca Rospi e Fabiola Bologna. A Palazzo Madama, invece, oltre a Berutti Cambiamo (con Idea) schiera Gaetano Quagliariello Paolo Romani.

Napoli, classe 1944, antica matrice democristiana, berlusconiano della prima ora e parlamentare di lungo corso, racconta le ragioni del suo addio a Berlusconi. Una scelta “non facile, sofferta”, assicura il deputato che ricorda: “Sono con Forza Italia dall’inizio, dal '94. Ci sono entrato sei mesi dopo la sua costituzione, quanti ricordi...”. “È da un po' di tempo – confida – che ci pensavo su. Ho maturato la decisione di andar via già da una settimana. Ho mandato oggi una lettera al gruppo alle 17 per comunicare l’addio”. Rimpianti? “Un grande rimpianto ce l’ho: dal 33 per cento FI è passata al 6 per cento”, sottolinea Napoli, che aggiunge: “Per me questo è stato un grande dispiacere perché il mio partito avrebbe dovuto essere il fulcro del centrodestra... Un altro dispiacere è che dentro FI non si è mai voluto analizzare profondamente le ragioni di questo calo clamoroso di consensi”. “L’obiettivo finale è la creazione di un nuovo grande centro moderato, di cui noi vogliamo essere protagonisti”, dice all’Adnkronos Napoli, che non aggiunge altro ma lascia intendere che il progetto politico è aperto a chi ci sta. Secondo i rumor, infatti, la nuova componente guarda al centro dello schieramento politico, anche in vista della nuova legge proporzionale che dovrebbe essere discussa in Parlamento. Nessuno lo può dire ora apertamente, ma in prospettiva, a quanto si apprende, grazie alla logica proporzionale, oggi è stato gettato solo l’amo: l'obiettivo è coinvolgere chiunque sia interessato a un “grande partito di centro”: da Azione di Carlo Calenda a Iv di Matteo Renzi, dall’Udc a Più Europa. 

A due giorni dal giuramento del nuovo governo non si placano dunque le polemiche dentro Forza Italia. Nonostante il tentativo di Silvio Berlusconi di calmare le acque mettendo mano all’organizzazione interna con una serie di promozioni: Antonio Tajani viene nominato coordinatore nazionale, Anna Maria Bernini sua vice e Licia Ronzulli, considerata la più filosalviniana tra i berluscones, responsabile per i rapporti con gli alleati del centrodestra. Molti azzurri considerano questa mossa come una sorta di “risarcimento” per lo schiaffo subito dall’ala sovranista forzista dopo la promozione del fronte centrista a Palazzo Chigi con i tre deputati di rito lettiano. Ad accelerare la fuoriuscita dei parlamentari, raccontano, sarebbe stato il nuovo quadro politico nato attorno a Draghi ma anche le nomine fatte oggi dal Cav, considerate la conferma che “dentro FI tutto cambia per non cambiare nulla”. Il timore, tra gli azzurri, è che ora ci possano essere altre defezioni, favorire dalla logica del proporzionale e da un futuro sempre più incerto per tutti.

print_icon