IL NUOVO GOVERNO

Pichetto al governo, tra Mise e Mef

Il senatore biellese probabile viceministro allo Sviluppo Economico (o, in subordine, alle Finanze). È in cima alla lista consegnata da Forza Italia a Draghi. Ancora nelle nebbie i nomi di altri possibili piemontesi nelle seconde file dell'esecutivo

È in cima nella lista stilata da Silvio Berlusconi in base al suo gradimento e alle sue “priorità” e inviata tramite Antonio Tajani al presidente del consiglio. Con questo viatico Gilberto Pichetto si avvicina alla meta indicata dal Cav e da Forza Italia in seno al nuovo governo, ovvero l’incarico di viceministro al ministero dello Sviluppo Economico. Preceduto soltanto da Francesco Paolo Sisto, indicato per il dicastero della Giustizia affidato non proprio tra gli applausi di Berlusconi a Marta Cartabia. Il senatore piemontese, già assessore e vicepresidente della Regione, dovrebbe dunque lavorare a strettissimo contatto con Giancarlo Giorgetti e, probabilmente, riceverà da questi deleghe di peso connaturate al suo profilo di “uomo dei conti”, ma anche con una profonda conoscenza del mondo produttivo. A meno che, all’ultimo miglio nel gioco a incastro delle varie caselle, non venga dirottato in via XX Settembre, al dicastero retto da Daniele Franco.

Forza Italia, in base alla ripartizione dei ruoli di sottosegretario e viceministro, avrebbe diritto a 7 posti e uno dei criteri alla base della scelta sarebbe la prevalenza di senatori rispetto ai deputati, visto che tutti e tre i ministri azzurri, Renato BrunettaMariastella Gelmini e Mara Carfagna, appartengono all’assemblea di Montecitorio, oltre a segnare una pesante mano lettiana nella designazione. 

Classe 1954, biellese di Veglio, commercialista, Pichetto inizia la sua carriera politica nel consiglio comunale di Gifflenga ed approda per la prima volta in consiglio regionale nel 1995. Sarà assessore all’Industria Artigianato e Commercio, poi passerà ad occuparsi di Bilancio nella giunta di Roberto Cota. A lungo coordinatore regionale di Forza Italia ha una antica e consolidata amicizia con Berlusconi del quale è considerato uno degli uomini più fedeli, pur in una mai celata autonomia di giudizio. Già in Senato nella XVI legislatura, è tornato a Palazzo Madama grazie alla vittoria alle ultime elezioni. Il suo è il primo nome di un piemontese a circolare con la pressoché certezza della nomina anche se all’ultimo momento non si possono escludere spostamenti da un dicastero all’altro. Per il resto, nell’attesa delle nomine, il Piemonte resta ad oggi rappresentato al Governo solo dalla ministra grillina Fabiana Dadone, cui sono state affidate – a lei che proviene da una delle regioni più “anziane” del Paese – la delega alle politiche giovanili.

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