VERSO IL VOTO

Nel centrosinistra vedono le (5) stelle

La coalizione esce tramortita dalla riunione di questa sera. La sinistra continua a sostenere la linea di un'alleanza organica con i grillini, ma resta isolata. Il Pd ribadisce: "Eventuali accordi solo al secondo turno"

La notizia, come spesso accade, non è nel comunicato stampa. In questo caso, piuttosto, è in chi l’ha firmato. O meglio in chi non l’ha firmato. Il tavolo del centrosinistra si chiude con una nota del Pd sottoscritta dai segretari, provinciale e regionale, Mimmo Carretta e Paolo Furia in cui nei fatti si sancisce la ripresa di un confronto interrotto a dicembre e si conferma il perimetro di un’alleanza che, almeno al primo turno, non andrà oltre il tradizionale centrosinistra. “Sarà questo l’assetto con cui ci presenteremo agli elettori, pronti al confronto con le altre forze politiche con cui potrebbero verificarsi delle convergenze programmatiche al secondo turno” affermano Carretta (convintamente) e Furia (obtorto collo).

Sul rapporto con il Movimento 5 stelle è tornata questa sera a dividersi la coalizione, con Mdp e Sinistra Italiana che – pur con sfumature diverse – hanno ribadito il loro punto di vista e cioè la necessità di ampliare il campo del centrosinistra attraverso un’alleanza organica con i grillini. E così anche una nota nei toni prudenti ma nella sostanza inequivocabile è diventata indigeribile per i due cespugli della sinistra, rappresentati da Matteo Cantamessa e Roberto Bacchin, dietro i quali si staglia sempre la figura di Marco Grimaldi. Meglio a questo punto evitare le firme degli altri per non evidenziare ulteriormente la spaccatura. Il capogruppo regionale di Luv, nonostante due recenti incontri con Stefano Lo Russo, ha mantenuto tutte le sue riserve sulla candidatura del docente universitario e lavora ancora per un’intesa con i Cinquestelle sulla base di un nuovo candidato, possibilmente di estrazione civica. Lo spazio è stretto e Grimaldi se ne è accorto anche questa sera, in cui di fatto è rimasto solo a indicare una linea politica su cui si ritrova isolato. Dai Moderati a Italia Viva, da Demos alla lista Monviso, da Più Europa a Progetto Torino, passando ovviamente per il Pd, hanno tutti ribadito la non intenzione di estendere la coalizione a chi ha amministrato in questi cinque anni.

Per il resto la nota del Pd sottolinea come tutti abbiano “manifestato la necessità di effettuare un cambio di passo” per individuare una “alternativa forte al centrodestra”. Mentre nei prossimi giorni è prevista una presentazione del lavoro effettuato dal tavolo del programma al quale i rappresentanti di tutte le forze lavorano dallo scorso autunno. Rimandata la discussione sul nodo-primarie in attesa ancora dell’applicativo informatico sui cui celebrarle, eventualmente, da remoto che il Nazareno aveva promesso entro fine febbraio: “Nel prossimo incontro di coalizione – è la chiosa – che il Pd ha chiesto che si possa svolgere dopo il necessario confronto con il nuovo segretario nazionale, Enrico Letta, si affronterà la questione del metodo per individuare il candidato che possa meglio rappresentare questo progetto ai nostri concittadini”.

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