VERSO IL VOTO

Appendino, pressing su Saracco

"Un ottimo rettore, persona capace e di grande visione". La sindaca tesse l'elogio del Magnifico. È il suo successore ideale secondo l'alleanza giallorossa, ma per ora si schermisce per paura di bruciarlo troppo: "Non è il momento dei nomi, prima il progetto politico"

Che fosse, fin dall’inizio, il suo candidato “ideale” è cosa nota. Anzi, Guido Saracco spuntò oltre un anno fa come figura di sintesi tra l’anima “governista” dei Cinquestelle e l’ala del Pd più dialogante con i grillini, incarnate rispettivamente da Chiara Appendino e Sergio Chiamparino. Poi i piani del Chiappendino si infransero contro le resistenze di larga parte dei gruppi dirigenti dei due partiti e il rettore del Politecnico, complice anche un grave problema famigliare, lo scorso novembre ritirò la sua disponibilità.

Oggi, in quello che ormai è un battente bollettino quotidiano di dichiarazioni, la sindaca torna a esprimere pubblico apprezzamento nei confronti del Magnifico di corso Duca degli Abruzzi, anche se tatticamente evita di appiccicarci sopra l’etichetta di candidato sindaco. “È una persona che stimo, è un grandissimo rettore, è una persona che è molto capace e ha grande visione. Ma questo non è il momento dei nomi, questo è il momento di provare a sedersi al tavolo e capire quale futuro di città vogliamo”,  ha affermato dagli schermi di Studio24 su Rai News.

Lo schema che Appendino ha in testa è la riproposizione in chiave locale della maggioranza giallorossa che ha sostenuto il BisConte, sotto il cappello di un progetto civico che includa M5s, Pd e Leu. “Io penso – ha aggiunto – che la nostra città abbia bisogno di continuare sulla transizione ecologica, sulle politiche di riqualificazione ambientale, sulle politiche sociali che abbiamo portato avanti, sulla riqualificazione degli spazi anche più periferici. Credo che da questo si debba partire, poi se c’è volontà di convergenza il nome si trova”. Insomma, il gioco è ormai abbastanza scoperto, costringere il Pd a fare un passo indietro rinunciando alle varie ipotesi in campo per convergere su un candidato di sintesi.

“Le alleanze e le convergenze si costituiscono soprattutto sui temi – ha ribadito nel solco di quell’appeasement inaugurato dal faccia a faccia tra Enrico Letta e Giuseppe Conte –. La nostra forza politica ha portato avanti temi importanti e su questi si possono costruire delle convergenze. Torino dal Conte II ha ottenuto moltissime risorse, è riuscita a portare progetti importanti, se Torino vuol essere al centro delle politiche nazionali e ha bisogno di esserlo soprattutto alla luce dei fondi europei che arriveranno, è importante allargare il perimetro per avere un progetto più forte. Dobbiamo superare una fase di conflittualità, che ha visto e sta vedendo due partiti o movimenti politici ridisegnarsi, e penso sia sbagliato non fare questo tentativo”.

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