Ascoltare la base per ritrovare la via

Se il Pd ascolta la base e i territori ritrova la via smarrita dei temi che stanno a cuore agli italiani e al Paese. Così risulterebbe dai ritorni del questionario inviato alle sezioni in cui vengono indicati come temi principali la sanità pubblica, la scuola, i giovani, l’Europa, il divario nord-sud, il multilateralismo nel mediterraneo.

Due segnali evidenti balzano agli occhi: 1) il Pd prova  a riavvicinarsi alla base con uno strumento vecchio ma sempre valido, il questionario, per parlare con i militanti; 2) la base indica i temi prioritari che sono abbastanza diversi anche da quelli indicati da Letta, facendogli capire che oggi il problema non è la battaglia sui diritti civili, seppur importante, come lo ius soli ma la battaglia per uscire da una situazione pandemica tragica socialmente e economicamente.

Dietro i temi indicati dalla base militante del Pd c’è un aspetto unificante: il bisogno di riorganizzare il paese sulle questioni primarie e essenziali al cui centro sta il lavoro, a partire dai giovani.

Ripensare il sistema sanitario, in cui le modifiche anche costituzionali, che assegnano compiti e responsabilità alle Regioni è sostanzialmente fallito. Occorre riequilibrare i divari tra territori creati dalla gestione delle Regioni, tornando a una sanità pubblica nei servizi primari: pronto soccorso, assistenza sulle patologie ricorrenti e capillarità di presenza sul territorio. Investire sugli ospedali con presenza diffusa sui territori è un “bene comune” da riscoprire,  invece, in Area Metropolitana e in Piemonte si spostano i soldi per gli ospedali come i carri armati di Mussolini, vedi vicenda Vadò e Valle Belbo, segno che non c’è attenzione sul pubblico ma si è orientati alla sanità privata.

Sanità e Università binomio inscindibile che richiede una politica comune per creare posti di lavoro pubblici. La destra statalista e i grillini in primis vogliono l’intervento statale nei più disparati settori, dall’ex Alitalia all’Ilva, e non si agisce invece sul settore primario ed essenziale in questo tempo di Covid: un grande piano di sviluppo infrastrutturale e intellettuale della sanità pubblica: quanti posti di lavoro creerebbe?

Probabilmente il Pd, con Letta, sta cercando di uscire dal Gra (Grande Raccordo Anulare) e ridiventare quel partito presente e diffuso sul territorio che ascolta di nuovo la “voce dei passanti”, dovrebbe provare anche a rientrare nei luoghi di lavoro per recuperare una base elettorale andata a destra o diventata grillina, sovente e spesso pentita. Meno talk show più scarpe da ginnastica!

Quando iniziai a fare il sindacalista a tempo pieno nella zona di Cascine Vica e Rivoli, l’operatore sindacale della Fim di allora, Franco Albano (siamo nei primi anni Duemila) mi spiegò che lo strumento più importante per fare il sindacalista era avere un paio di scarpe buone perché solo macinando strada, da una fabbrica all’altra, si incontravano i lavoratori e si capivano i loro problemi. Ecco, se il Pd capisce che, considerando la situazione molto cambiata, bisogna ascoltare i cittadini anziché spiegargli dall’ennesimo spettacolo televisivo cosa vogliono i cittadini, a  cui interessa poco lo ius soli o il catcalling ma interessa essere curati e avere un lavoro per i propri figli, ecco, allora, siamo sulla strada giusta.

Priorità concrete perché quelle secondarie, seppur importanti, se le possono permettere chi sta già bene, non certamente le file ingrossate di nuovi poveri davanti alle mense sociali.

Fare una scelta concreta di indirizzo riascoltando i territori non significa diventare un partito più di sinistra, non è necessario, significa ridiventare un partito che ascolta chi vive quotidianamente le difficoltà del vivere senza rincorrere le mode che fanno audience televisive. Ci occupiamo dei rider, anche giustamente,  però continuiamo a mantenere e condividere un precariato diffuso nelle aziende per cui i giovani non potranno mai costruirsi un futuro solido contribuendo a risanare anche l’economia del Paese che passa ancora, molti l’hanno dimenticato nel centrosinistra, per il nucleo famigliare sia esso allargato, multicolore o monocolore. L’Assegno Unico per i figli va, per fortuna, in questa direzione.

In quelle indicazioni principali della base del Pd c’è un elemento riassuntivo e aggregante: il lavoro. Basare le scelte sulla sanità, sulla scuola, sui giovani parendo da piani per il lavoro. Costruire scuole nuove nelle aree industriali dismesse, anziché sempre centri commerciali, adeguare la rete dei trasporti ai nuovi flussi scolastici significa dare lavoro alle attuali generazioni e preparare il futuro per i giovani indirizzandoli attraverso scelte pubbliche riferite alle esigenze primarie, salute e istruzione.

In questo anche il problema degli immigrati se si affronterà non in modo ideologico, favorendo Salvinisti e Meloniani, ma in  modo pratico e concreto, creando  opportunità di lavoro, l’integrazione avverrà attraverso il benessere complessivo di  italiani e non. La storia ci insegna che l’integrazione avviene nel benessere comune non per scelta ideologica. Se invece il Pd rimarrà, quello del GRraa Roma o della Crocetta a Torino e degli avvocati del Pd, solidali con gli operai ma distanti dagli operai nelle opportunità perché senza operai nelle sue file, allora potete stracciare i questionari, continuare a discutere  all’infinito su chi sarà il candidato alle elezioni comunali a Torino e … tanti auguri!

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