CENTROSINISTRA

"Caro Letta, l'insegna non tira più cambia il nome alla ditta Pd"

Tra i consigli che il leader dei Moderati Portas darà al nuovo segretario anche quello di un radicale restyling del brand. Domani l'incontro alla sede dell'Ariel: tra i temi all'ordine del giorno anche, naturalmente, le elezioni a Torino

S’incontrano domani alle 13 Enrico Letta e Giacomo Portas. Il numero uno del Pd e il leader dei Moderati, tra i più antichi alleati del Partito democratico, a Torino e non solo. “Enrico è una persona che stimo e con cui ho un ottimo rapporto, sin da quando era il numero due di Pier Luigi Bersani, mio grande amico” è la premessa di Portas che giovedì scorso ha incontrato anche l’ex segretario dem, poi a capo della scissione che diede vita ad Articolo 1-Mdp. Ma cosa dirà Portas a Letta? “Innanzitutto ascolterò, poi gli darò qualche consiglio”. Tipo? “Gli farò una proposta: gli dirò di pensare a una cosa più grande del Pd, a una sorta di Ulivo 2.0, un grande contenitore in grado di riportare a casa i protagonisti di tante diaspore, a destra come a sinistra. E magari di cambiare anche il nome: io lo chiamerei Democratici europei”. Un'operazione che, secondo Portas, può essere fatta entro le prossime elezioni politiche e potrebbe incrementare il consenso del Pd, “poi magari mi dirà di no, io però glielo propongo”.

Ha fiuto Portas, gli basta un refolo per capire dove tira l’aria. Qual è la direzione giusta e come arrivarci. E proprio il suo naso gli ha consentito per tre lustri di destreggiarsi in un ambiente talvolta ostile, crescendo e trasformandosi da traghettatore di anime in pena a primo alleato dei dem in Piemonte e spingendosi anche oltre i confini regionali. “I Moderati hanno due consiglieri regionali eletti in Campania, amministratori sparsi in molte parti d’Italia e alle prossime elezioni presenteremo la lista non solo a Torino ma anche a Napoli e, forse, a Milano e Roma, anche se nella Capitale è più difficile”.

Da alcuni giorni Letta è impegnato a incontrare i principali partiti (potenzialmente) alleati: da Giuseppe Conte a Nicola Fratoianni, a Carlo Calenda e Matteo Richetti passando pure per l’arcinemico Matteo Renzi. Ora è il turno di Portas con cui certamente domani nella sede dell’Arel, fondata dal maestro di Letta Beniamino Andreatta, in piazza Sant’Andrea della Valle, verrà affrontato anche il dossier Torino: “Come la penso lui lo sa: un’alleanza al primo turno con il Movimento 5 stelle la considero innaturale. Non porterebbe alcun vantaggio, anche da un punto di vista prettamente strategico”. Meglio che al primo turno ognuno faccia il pieno dei suoi voti e dopo, semmai, cercare una convergenza, è il ragionamento di Portas “anche se – precisa il deputato – osservo con interesse la rifondazione del M5s che sta tentando di fare Conte: hanno cambiato idea su quasi tutto e questo è un bene, se continua così darò all’ex premier la tessera onoraria dei Moderati”. Al numero uno del Pd Portas consegnerà anche i suoi sondaggi sulle amministrative, “che certo saranno sbagliati, come tutti gli altri in fondo, ma io consiglierò a Enrico di dargli un’occhiata”.

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