LAVORO & OCCUPAZIONE

Embraco, stop ai licenziamenti

Salvati in extremis i 400 lavoratori dello stabilimento del Torinese. La cassa integrazione proseguirà fino al 22 luglio. Ora è lotta contro il tempo per dare finalmente una prospettiva industriale

Non scatteranno i licenziamenti per i 400 lavoratori della ex Embraco di Riva di Chieri. La cassa integrazione straordinaria andrà avanti fino al 22 luglio. È la prima indicazione che arriva – secondo quanto si apprende da fonti sindacali – dal tavolo convocato in videoconferenza dalla viceministra dello Sviluppo economico, Alessandra Todde. “Il governo è pronto a supportare con qualsiasi strumento a disposizione i lavoratori”, ha detto Todde.

Sul tavolo, convocato dalla viceministra grillina, c’è il piano di accorpamento delle aziende ex Embraco di Torino e la Acc Wanbao di Belluno dal quale nascerebbe un polo nazionale (battezzato Italcomp) per la produzione di compressori per frigoriferi. Un progetto di politica industriale ideato e portato avanti dalla Todde quando era sottosegretaria al Mise nel secondo governo Conte e che, nell’impostazione originaria, vedeva Invitalia (società del Tesoro) nel ruolo di regista e solo in prospettiva la ricerca di soci privati. Il cambio di guardia a Palazzo Chigi ha di fatto frenato l'operazione e l’avvento al ministero di Giancarlo Giorgetti ha rimescolato le carte. L’esponente leghista ha manifestato la sua preferenza verso il cosiddetto”metodo Corneliani”, dal nome dell’azienda tessile mantovana salvata proprio su input di Giorgetti nelle prime settimane del suo mandato al Mise. Un sistema che dà maggiore ruolo all’imprenditoria privata e ai fondi di equity nella ricerca di soluzioni e di reindustrializzazioni, anche a costo di staccare spina a produzioni ormai irrecuperabili.

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