DISASTRI

"Caro Draghi, com'è buono lei",
scene fantozziane sull'alluvione

Sfottò a distanza tra il dem Borghi e il leghista Preioni. Secondo il numero uno del Carroccio a Palazzo Lascaris la Regione è riuscita a far accelerare il premier sui risarcimenti, ma nel linguaggio "da ragionier Filini" ammette che i ritardi non sono del Governo

Parole e numeri continuano a tracimare nell’infinita querelle sui risarcimenti dei danni provocati dall’alluvione dello scorso autunno. Ieri in aula il capogruppo della Lega in Consiglio regionale  Alberto Preioni ha aperto le cateratte del cielo autonomista accusando il Governo Conte bis delle lentezze sulle procedure riconoscendo l’accelerazione dell’esecutivo di Mario Draghi, ça va sans dire “grazie al pressing della Lega”. E non è mancato anche qualche fantozziano scivolone lessicale, subito sottolineato da chi nel Pd – leggi il deputato Enrico Borghi – fornisce della vicenda una versione diametralmente opposto puntando il dito contro l’approssimazione gestionale della giunta di Alberto Cirio l’origine dei ritardi che si ripercuotono sui Comuni colpiti dalla calamità e sul tessuto imprenditoriale. “I parlamentari chiedino (sic!) a Roma, insieme a noi, quello che spetta a Regione Piemonte” intima Preioni nel suo intervento di ieri.

La questione riguarda i risarcimenti promessi dall'esecutivo e che ancora non sono arrivati in toto. “L’assessore Marco Gabusi mi ha riferito che entro una decina di giorni i 77 milioni delle somme urgenze dovrebbero arrivare sulla contabilità speciale della Regione. Una volta lì, nel volgere di poco li erogheremo”, spiega Preioni, ricordando come “il compito della Regione, pienamente assolto nei tempi e nei modi, è stato quello di raggruppare i vari dati che i Comuni avevano raccolto dai loro cittadini e dalle imprese e stimare poi i danni, sia delle somme urgenze per la ricostruzione sia dei rimborsi. Il presidente Cirio è commissario straordinario con poteri ordinari e senza portafogli, per  cui il ruolo dell’amministrazione piemontese è finito lì. Chi deve  mettere le risorse in occasioni di emergenze come queste è il Governo”. E ad oggi, sempre secondo il capogruppo salviniano,  “lo Stato ha messo 15 milioni di euro per  le somme urgenze, pari al poco più dello 0,10 per cento dei danni complessivi che si sono verificati. All'epoca il Conte bis ci aveva assicurato che entro marzo ci avrebbero dato i 77 milioni delle somme urgenze, in realtà ne ha stanziati solo 100 per tutto il Paese. Oltre a ciò servono 200 milioni di euro per il piano di ricostruzione e 700  per i danni a privati e aziende. Dovrebbero arrivare anche questi e ricordo poi che i Comuni piemontesi colpiti dall’alluvione del 2019,  Alessandria in particolare, stanno ancora aspettando 100 milioni”. 

Poi la stoccata indirizzata al deputato dem Enrico Borghi che da mesi morde alle caviglie la giunta Cirio, rilevandone l’inadeguatezza nella gestione di questa importante vicenda: “Chi oggi vuol far credere il contrario di quanto ho ricostruito, dati alla mano, lo fa in cattiva fede. Al posto di pontificare da Roma e sollevare inutili polveroni mediatici, invitiamo il deputato Borghi a mettersi a collaborare per il bene del territorio”, si legge nella nota di Preioni dove le parole sono decisamente più soppesate e, probabilmente, corrette da provvidenziale manina rispetto a quelle pronunciate in aula. Degno del miglior Fantozzi, Preioni correggendo la prima versione (quella che gli era sfuggita giusta) in “i parlamentari chiedino” ha spostato per l’ennesima volta tutte le responsabilità a Roma. E fornito, ancora una volta il destro, al suo conterraneo ossolano e spina nel fianco sinistro.

“Fatico a recepire l’invito ai parlamentari, espresso in uno “slang” che fa ricordare il miglior ragionier Filini. Ma evidentemente è un limite mio. – osserva sarcastico Borghi - Da quanto sostiene Preioni si evince che stanno per essere erogati i 77 milioni delle somme urgenze, a dimostrazione che è vero l’opposto di quanto da lui sostenuto. E cioè che a Roma ci si è attivati da subito per far fronte ai danni alluvionali. Se poi a Torino si è perso tempo, è troppo comodo buttarla in (pessima) politica e giocare allo scaricabarile. Ma spiegare le cose in italiano per Preioni significa pontificare. Mi rendo conto – chiosa il deputato – che è un difetto, dal quale posso rassicurarlo che non mi emenderò comunque”.

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