LOTTA AL COVID

Vaccini last minute al Valentino, 10mila dosi nei weekend

Il nuovo piano per utilizzare l'ospedale da campo. Sarà aperto dal venerdì alla domenica e si potrà prenotare l'iniezione pochi giorni prima. Per ora si dovranno rispettare le fasce di età, poi diventerà una sorta di open day permanente. Partenza prevista il 4 giugno

Diecimila vaccini ogni fine settimana con prenotazioni last time. È questo il futuro disegnato per l’ospedale da campo del Valentino in procinto di essere trasformato in grande hub dove immunizzare dal venerdì alla domenica oltre tremila persone al giorno con una procedura di adesione più rapida e semplice. 

Il progetto definito in questi ultimi giorni da assessorato alla Sanità e Dirmei prevede la possibilità di effettuare la prenotazione direttamente sulla piattaforma informatica della Regione, senza preadesione, ma scegliendo il giorno e l’ora disponibile senza ulteriori passaggi. Non proprio un open day, ma quasi. Ci saranno infatti delle limitazioni: quelle della fascia di età fino quando non si aprirà indistintamente a tutti la campagna vaccinale, ma anche un blocco automatico nel caso chi provi a prenotarsi per la vaccinazione sia già inserito nell’agenda “normale” per un giorno che sia di poco successivo a quello offerto dal Valentino. 

Tutto dovrebbe partire, se non ci saranno intoppi, dal prossimo 4 giugno quando si faranno le prime iniezioni all’interno dell’ex padiglione, dopo aver prenotato pochi giorni prima. Quando sarà possibile inserire i propri dati nell’agenda elettronica ancora non è stato deciso, ma si tratterà comunque di pochi giorni prima. Tutto questo, a partire dal numero ipotizzato di immunizzazioni quotidiane, dipenderà ovviamente dalla disponibilità di dosi e dalla costanza degli approvvigionamenti che, tuttavia, nelle ultime settimane sembra essere assai più garantita e regolare rispetto a periodi precedenti.

Un cambio di rotta molto deciso, dunque, quello che si profila per l’ormai ex ospedale costruito alla fine di novembre dello scorso anno per garantire 455 posti letto, dopo lo smantellamento in estate della struttura emergenziale delle ex Ogr, per malati Covid, ma per più di una ragione mai utilizzato se non per pochi giorni nella seconda ondata e rimasto addirittura chiuso nella terza quando i pazienti dagli ospedali torinesi furono stretti a trasferimenti in strutture di altre province. Un mancato utilizzo che sollevò più che giustificate polemiche e che troverebbe ragione, ma non giustificazione, nella carenza di personale da parte della Città della Salute che ha fin dall’inizio la gestione della struttura allestita sotto la regia del capo della Maxiemergenza regionale 118 Mario Raviolo. Pur definito sulla carta in grado di essere messo in funzione nel giro di un giorno o poco più in caso di necessità, anche quando questa si è presentata come nella terza ondata, l’ospedale del Valentino è rimasto chiuso. Una vicenda sempre più strana e imbarazzante, tanto che in una delle recenti riunioni del Dirmei era stato lo stesso presidente della Regione Alberto Cirio a chiedere una decisione chiara e definitiva, per evitare ulteriori figuracce con annunci poi smentiti nei fatti.

Nel frattempo proprio il Dirmei aveva elaborato, insieme al direttore della Città della Salute, Giovanni La Valle un progetto per un utilizzo ibrido della struttura, come centro vaccinale dal mattino e fino al pomeriggio e nelle ore seguenti a disposizione delle aziende in grado di vaccinare i propri dipendenti, ma non nelle loro strutture o comunque preferendo usare le tende del padiglione.

Ai primi di maggio il commissario Antonio Rinaudo, insieme a La Valle e al commissario dell’Asl Città di Torino, Carlo Picco, aveva illustrato il progetto di riconversione alle associazioni di categoria, spiegando tra l’altro che la sanità pubblica avrebbe fornito i vaccini e il supporto informatico e logistico, mentre alle aziende sarebbe spettato l’onere del personale necessario.

I contatti con le aziende nelle scorse settimane ci sono stati e l’uso dell’ormai ex ospedale da campo quale centro di vaccinazione per i loro dipendenti resta sempre una possibilità. Il cambiamento, importante, rispetto al progetto è proprio il sistema e l’arco temporale di utilizzo del padiglione per le vaccinazioni della popolazione. Le stesse previsioni circa il numero di vaccinazioni quotidiane, dal venerdì alla domenica, indicano l’intenzione di fare, finalmente, della struttura un grande hub vaccinale. Il primo ad agire (quasi) come un open day, partendo quando ancora si devono rispettare le fasce di età, ma che dovrebbe dare il suo massimo nel momento in cui il vaccino sarà davvero disponibile per tutti, dosi permettendo.

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