CAPITALISMO MUNICIPALE

Iren veste Armani (modello Delrio)

L'ex numero uno di Anas a capo della multiutility del Nord-Ovest. Dopo le proteste Appendino si acconcia. Domani il cda con le dimissioni di Bianco. Il nuovo ad vicino all'ex ministro dei Trasporti e al blocco emiliano

Si chiude l’era di Massimiliano Bianco a capo di Iren. Dopo sette anni al vertice della multiutility del Nord-Ovest, in cui l’azienda si è consolidata nel mercato nazionale dell’energia e dei rifiuti, crescendo in termini di fatturato, utili e investimenti, l’attuale amministratore delegato rassegnerà le dimissioni al consiglio di amministrazione di domani. Subito dopo verrà cooptato in seno al board Gianni Vittorio Armani, il quale ne prenderà il posto a capo dell’azienda, mentre tra i soci pubblici del patto di sindacato proseguono le trattative sui nuovi patti parasociali.

Armani è oggi direttore strategy del gruppo A2a, cugina lombarda di Iren, con cui periodicamente si affastellano voci di possibili fusioni che questa nomina potrebbe addirittura accelerare. In passato Armani aveva lavorato prima in McKinsey e poi, con ruoli apicali, in Terna e Anas. Proprio quest’ultimo incarico, al vertice della società di Stato che gestisce gran parte della rete di strade e molti tratti autostradali, lo ha reso particolarmente indigesto per la sindaca di Torino Chiara Appendino: fu infatti l’allora ministro grillino dei Trasporti Danilo Toninelli a imporgli le dimissioni tre mesi dopo il crollo del Morandi, pur senza averne alcuna responsabilità; ora un’azienda in cui Torino è (o dovrebbe essere) tra i soci forti lo ripesca. Appendino ha provato a opporsi ma senza successo a dimostrazione dello scarso peso del capoluogo piemontese all’interno del patto con gli altri soci pubblici.

Dinamiche complesse, difficili da decifrare pienamente. Secondo insider bene informati, oggi Armani (a cui vengono riconosciute visione e competenza) rappresenterebbe in particolare il blocco emiliano, al quale risulta particolarmente gradito. È noto infatti che il sindaco di Genova Marco Bucci, cui spetta la golden share sull’azienda in quanto socio di maggioranza relativa, e quindi l’indicazione dell’ad, aveva puntato su Luigi Ferraris che si è poi accasato in Fs dopo l’ultima infornata di nomine, mentre Armani risultava la seconda scelta. Per contro, non sfugge a molti che a nominare Armani in Anas, nel 2015, fu il governo di centrosinistra presieduto da Matteo Renzi, in cui il ministro dei Trasporti era Graziano Delrio, ex sindaco di Reggio Emilia dove ha ancora la sua base elettorale. Così Bucci, dopo aver costretto Bianco alle dimissioni anticipate rispetto alla scadenza del contratto (2022) potrebbe ritrovarsi con un ad che faticherà a considerare fedelissimo. 

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