CAMPANILE SERA

A Beinasco con Piazza, zitti e (Semper)boni

Il Pd locale si lascia guidare dall'ex sindaco ripudiato da Furia e indica per le prossime amministrative una sua fedelissima. Fronte progressista in pezzi e la destra assapora già la vittoria in una delle (ex?) roccaforti rosse dell'hinterland torinese

Prosegue la saga elettorale di Beinasco, ridente cittadina dell'hinterland torinese, tradizionalmente guidata dal centrosinistra ma che dopo un anno di commissariamento e liti intestine ora potrebbe finire per la prima volta in mano a Lega e Fratelli d'Italia. L'ex sindaco Maurizio Piazza, ripudiato dal suo stesso partito a livello regionale, non sarà il candidato sindaco, ma si sbaglia chi pensa abbia intenzione di ritirarsi, anzi. Sono in tanti a vedere la sua lunga ombra dietro la figura di Emanuela Semperboni, la segretaria della sezione dem, a lui molto vicina, che ieri sera ha ricevuto un plebiscito dagli iscritti per guidare uno sbrindellato centrosinistra alle prossime elezioni amministrative (tutti favorevoli e un paio di astenuti).

Una scelta di risulta dopo che il segretario del Pd piemontese Paolo Furia aveva minacciato di non consentire l’uso del simbolo ai beinaschesi qualora avessero sostenuto l’ex primo cittadino (Piazza, appunto) considerato l’artefice della caduta di Antonella Gualchi, che ne aveva raccolto il testimone nel 2019, salvo poi ritrovarsi al centro di una serie di congiure d’aula che l'hanno portata alle dimissioni. Fu proprio Piazza a patrocinare la candidatura di Emanuela Semperboni a capo del Pd cittadino, dopo la sfortunata esperienza elettorale in una lista civica, ed è stato proprio lui, secondo le ricostruzioni di chi osserva dall’esterno, a imporla come candidato sindaco dopo aver rinunciato alla candidatura. Che sia la scelta migliore? Chissà. Bisognerebbe chiederlo a quel pezzo di sinistra che a Piazza l’ha giurata dopo l’arrivo del commissario e che si è riunita attorno alla candidatura di Dino Lombardi formata da M5s, Sinistra Popolare e un paio di liste civiche animate in parte dai fuoriusciti del Pd, quelli che non volevano stare zitti e buoni

Certo se l’auspicio era quello di riunire il centrosinistra nella (ex?) roccaforte rossa dell'hinterland torinese o almeno favorire un avvicinamento in vista di un probabile ballottaggio, la candidatura di una fedelissima di Piazza (“è come fosse lui, solo con meno voti” malignano gli avversari) potrebbe non risultare la scelta vincente. Lui, l’ex sindaco che nei giorni scorsi si è sfogato su facebook contro i suoi nemici, intanto medita di mettere in piedi un’altra lista civica che porti il suo nome e che affianchi il Pd.

Scartati tutti gli altri nomi circolati nelle ultime ore e che avrebbero potuto almeno in parte tentare un avvicinamento verso l'anomala coalizione di Lombardi: da Andrea Romano all'ex assessore Ernesto Ronco, passando per Erika Faienza, già consigliera provinciale. E Daniel Cannati, il giovane alfiere del centrodestra, già si frega le mani.

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