PALAZZO LASCARIS

Legge sull'azzardo, la Lega tira fuori il super canguro

Un emendamento l'asso nella manica per superare l'ostruzionismo alla nuova norma sul gioco. Ma le opposizioni preparano le contromosse. Lunedì vertice delle minoranze. FdI non darà i suoi voti e per i leghisti potrebbe essere la seconda débâcle

C’è un super canguro pronto, ad un cenno della Lega, a balzar fuori dal regolamento del Consiglio regionale, da cui non è mai uscito fino ad ora, e con un balzo saltare tutte le migliaia di emendamenti che le opposizioni sono decise a disseminare sul percorso del disegno di legge sul gioco d’azzardo patologico prodotto dalla giunta dopo l’ingloriosa fine riservata alla proposta che il partito di Matteo Salvini avrebbe voluto intestarsi e che, invece, è stato costretto a ritirare.

L’arma segreta, cui intende affidarsi la Lega per spianare la strada verso a una norma meno restrittiva in tema di distanze delle sale gioco dai luoghi sensibili e su altri aspetti della norma, non è poi proprio così tale visto che nelle opposizioni, la cui strategia comune sarà definita in un incontro in programma per lunedì prossimo, già si lavora a come impedire che il canguro possa saltare proprio su tutto. Il mai utilizzato articolo del regolamento prevede che un maxiemendamento della maggioranza spazzi con la canguresca codata tutti quelli su cui si basa l’ostruzionismo del centrosinistra e dei Cinquestelle sul merito del testo, ma non quelli che volti a introdurre nuovi articoli nel disegno di legge. E saranno proprio questi a fioccare, a migliaia superando di molto i circa 15 mila che già erano stati presentati all’interno degli oltre 60mila totali quando in aula era arrivata la proposta di legge leghista, primo firmatario Claudio Leone, cui sarebbe seguito un obbligato cambio di strategia. Anche perché i Fratelli d’Italia contrari allora come ora all’introduzione di un nuovo testo rispetto a quello del 2016 avevano confermato, pur senza alzare barricate, la linea impartita da Giorgia Meloni, peraltro non mutata e quindi presagio di nuovi ostacoli in famiglia per l’azionista di maggioranza della coalizione.

“Dopo il fallimento della proposta di legge, la Lega torna alla carica per modificare la legge sull’azzardo. Questa volta il tentativo di distruggere la legge regionale a contrasto del gioco d’azzardo patologico passa attraverso un disegno di legge di giunta, che riporta il Piemonte indietro di anni. Una proposta inaccettabile, che annulla e depotenzia di fatto la lotta all’azzardo patologico”, sostiene l’ex M5s ora M4o Giorgio Bertola, annunciando insieme al resto delle minoranze, le barricate. “Ci prepariamo alla battaglia in aula”, spiega il capogruppo del Pd Raffaele Gallo e la ragione di quel terreno di scontro sta nel fatto che il testo arrivato in commissione martedì scorso, in questa sede dovrà restare almeno un mese, ma la Lega già si prepara a richiamarla in aula appena scadranno i trenata giorni. Lo spazio di manovra in commissione per le opposizioni è assai limitato proprio per questo. L’ipotesi di aumentare le audizioni per tirarla in lungo cozza contro il richiamo in aula, dove appunto per dirla con Gallo “si rivedrà il film già visto” lo scorso aprile. 

Molti i punti del testo indigeribili per le opposizioni e non solo per loro. “La Lega continua a sostenere che l’attuale legge ha provocato negli anni la perdita di molti posti di lavoro. Abbiamo chiesto all’assessore al Lavoro i dati e vedremo”, annuncia il capogruppo dem. Già, si vedrà se i dati che l’assessore Elena Chiorino, di FdI, porterà in commissione confermeranno o meno la tesi leghista. 

Mentre proseguono le audizioni del vastissimo fronte delle associazioni, tutte schierate a difesa della norma attuale – oggi sarà la volta di Libera e altre ne seguiranno al ritmo di due riunioni alla settimana – la Lega conta i giorni che mancano alla possibilità di portare in aula il disegno di legge, su cui appare allineata Forza Italia, mentre del partito della Meloni si è già detto.

Decine di migliaia di emendamenti erano stati presentati la volta scorsa dalle minoranze e a un lavoro analogo si stanno preparando fin d’ora. Con un necessario aggiustamento: quando la Lega, regolamento alla mano, e dopo aver contingentato i tempi per l’illustrazione degli emendamenti, presenterà quello che li spazzerà via tutti, le proposte di introduzioni di nuovo articoli (sempre nell’ordine di migliaia e migliaia) da parte delle opposizioni terranno ferme a terra le zampe del canguro. A saltare, per la seconda volta, potrebbero essere proprio i piani della Lega. 

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