POLITICA & SANITA'

Vietti fa la scissione (sanitaria) 

L'ex vicepresidente del Csm rompe con l'Aiop e colleziona l'ennesima poltrona guidando la nuova associazione della sanità privata. Unico del Nord in una fronda sudista contro la riconfermata presidente Cittadini. Trasloco in vista degli uffici piemontesi

Cercare la parola scissione nel vocabolario della carriera di Michele Vietti è come voler trovare un abito che non sia di alta sartoria nel mitologico guardaroba del politico che ha indossato i prestigiosi panni del vicepresidente del Csm, a lungo quelli di parlamentare e passato attraverso tanti incarichi di rilievo da far concorrenza all’infinita collezione di gemelli cui affida la chiusura dei polsini. “Sa mediare e non divide”, dissero di lui quando fu a un passo per diventare ministro della Giustizia nel Governo Letta, descrivendo archetipo ed epigono democristiano. Ma anche per chi non divide, arriva il momento della scissione. Non in politica, però. È sul terreno della storica attività di famiglia, quella delle cliniche e delle strutture residenziali di assistenza, che Vietti sdogana la parola proibita in politica. 

Tutto capita dopo la riconferma, nell’assemblea di un mese fa, di Barbara Cittadini alla presidenza nazionale di Aiop, l’Associazione italiana ospedalità privata di cui il Gruppo Santa Croce della famiglia Vietti è uno degli associati storici. Fino a poco tempo fa e prima di cambiamenti interni al gruppo stesso Anna Vietti, sorella dell’ex parlamentare era uno dei vicepresidenti regionali. Una rielezione quella di Cittadini che non sarebbe affatto piaciuta a una parte degli associati, geograficamente collocati al Centro e al Sud, in particolare in Calabria, in una parte della Sicilia (regione dove risiede e opera la presidente), in Campania, in Puglia. 

Una fronda che, conti alla mano, non è riuscita a scalzare la Cittadini, ma non per questo ha rinunciato a far sentire la propria voce. Sempre, almeno per ora, senza alcuna eco al Nord. Con un’eccezione. Vecchie ruggini, incomprensioni e pure qualche acceso scambio di opinioni con la presidente, ancor prima che venisse riconfermata, avrebbero convinto Vietti a rompere il fronte compatto del Nord, per non dire del Piemonte, e aderire agli scissionisti che hanno messo nero su bianco le ragioni della loro scelta. “Da oltre un anno assistiamo a un’inqualificabile campagna diffamatoria dell’ospedalità privata senza che nessuno alzi la voce in difesa della categoria. L’Aiop cosa ha fatto? Nulla”, scrivono nel manifesto fondativo della nuova rappresentanza di categoria, l’Acop. Di cui viene nominato presidente nazionale proprio Vietti – al momento l’unico imprenditore della sanità privata a Nord di Roma nella neonata associazione – che aggiunge così l’ennesima poltrona alla sua nutritissima collezione. Uno strappo, quello dell’ex presidente di Finlombarda e mancato successore di Francesco Profumo al vertice della Compagnia di San Paolo, le cui conseguenze sono tutte da scoprire, incominciando proprio dal suo Piemonte dove l’Aiop è da anni guidata saldamente da Giancarlo Perla e tra i due c’è un’amicizia di lunga data.

I vertici regionali della nuova associazione sono ancora tutti da nominare. Se Vietti non avrà seguaci in Piemonte, sarà lui stesso a rappresentare le istanze dell’unico iscritto, il suo gruppo Santa Croce, nelle trattive con la Regione? Il contratto per l’anno in corso è stato siglato appena venerdì scorso in assessorato da Perla per l’Aiop e Josè Parrella per l’Aris, l’associazione della sanità religiosa. Al prossimo incontro ci sarà anche l’ex vicepresidente del Csm? Intanto c’è una questione da risolvere: l’Aiop Piemonte ha in affitto per la sua sede dei locali proprio dal gruppo di Vietti e un trasloco viene dato imminente. Dopo la prima scissione per il politico di lungo corso. Con tanto di annessa presidenza. Non certo la prima, sicuramente non l’ultima.

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