OPERE & OMISSIONI

La Tav accelera, lavori per 3 miliardi

Dopo l'impasse dei due governi Conte, con la firma dell'accordo di programma ripartono i bandi sul tunnel di base. Tra fine anno e inizio 2022 l'affidamento degli interventi del tratto italiano: valore complessivo un miliardo. E Rfi ha ripreso la progettazione

Non andrà ad alta velocità come il treno che dovrebbe correre tra Torino e Lione ma il cantiere della Tav sta per subire una netta accelerata. Oggi l’annuncio dell’affidamento di tre bandi per un totale di 3 miliardi di euro con cui Telt completerà il tunnel di base sul lato francese. Tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo dovrebbero essere affidati anche i lavori per il completamento del tratto italiano per un totale di 1 miliardo di euro: un bando unico con cui il nostro Paese dovrebbe rimettersi al passo con i cugini transalpini. Insomma, sarà con ogni probabilità il 2021 l’anno di svolta di una delle infrastrutture più imponenti del nuovo millennio, su cui l’Europa ha deciso di incrementare il proprio finanziamento dal 40 al 55 per cento. Da un punto di vista politico appare rilevante, anche in questo ambito, la spinta impressa dal governo di Mario Draghi attraverso il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini.

Lo stesso esecutivo che un mese fa ha sbloccato 32 milioni destinati alle opere di accompagnamento dopo aver sottoscritto l'accordo di programma tra il Ministero delle Infrastrutture, Fs e Telt per il finanziamento, la progettazione e la realizzazione della sezione transfrontaliera della parte comune della nuova linea. Lavori cui sovrintenderà il commissario designato dal governo, Calogero Mauceri, consigliere della presidenza del Consiglio dei Ministri che già svolse analogo incarico per il Terzo Valico e per il nodo ferroviario di Genova dopo il crollo del Ponte Morandi.

Dopo la revisione del progetto sulla tratta nazionale, ad opera dell’allora ministro Graziano Delrio, con l’arrivo del governo gialloverde la progettazione, affidata a Rfi, ha subito uno stop, causato dall’ostracismo del suo successore, Danilo Toninelli, e all’inerzia di Paola De Micheli che durante il Conte 2 ha tenuto bloccato ogni dossier. Ora anche la progettazione di Rfi è ripartita e dovrebbe vedere la fine entro il 2022 per poter appaltare i lavori alla fine dell’anno successivo.

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