POLITICA & SANITA'

Dopo l'azzardo tocca alla Super Asl. E il Pd annuncia battaglia in aula

L'Azienda Zero, oggi al vaglio della Commissione Bilancio, approderà in Consiglio il 20. Nonostante il "clima collaborativo" restano punti divisivi. Valle: "Troppi poteri indefiniti alla nuova struttura". All'approvazione del testo è legato l'iter per il piano sociosanitario

Con la valutazione in Commissione Bilancio, oggi il disegno di legge per l’istituzione dell’Azienda Sanitaria Zero compie uno degli ultimi passaggi prima dell’approdo in aula previsto per martedì 20 luglio, giorno successivo a quello in cui il testo concluderà formalmente la sua permanenza in quarta commissione.

Tempi rispettati almeno finora quelli indicati dall’assessore Luigi Icardi per incominciare, un paio di mesi dopo la tenuta a battesimo della super Asl, l’iter necessario per dotare il Piemonte di un nuovo piano sociosanitario entro la metà dell’anno venturo. “Un piano che sarà, ovviamente ospedaliero, ma soprattutto territoriale”, come ha ribadito in più di un’occasione l’assessore rimarcando quanto la pandemia ha messo in evidenza, spesso in maniera drammatica, la necessità di ridisegnare il sistema sanitario piemontese, in particolare proprio per quanto riguarda la medicina del territorio e il suo rapporto con la rete ospedaliera.

Dunque prima nasce l’Azienda Zero, prima si parte per il nuovo piano sociosanitario sulla cui necessità non solo concordano, ma incalzano, le opposizioni. Tuttavia, “non credo che il testo che arriverà in aula tra una settimana, sarà approvato in una sola seduta”, osserva dal Pd il consigliere Daniele Valle, anticipando non certo un ostruzionismo come quello che le minoranze hanno messo in atto per provare a impedire il varo della nuova legge sul gioco d’azzardo, ma ponendo sul tavolo “una serie di questioni che ci preoccupano e sulle quali non siamo affatto d’accordo”.

L’atteggiamento delle minoranze è decisamente diverso rispetto a quello sul testo appena licenziato sulle slot, Icardi ha parlato di “contributo tecnico di maggioranza e opposizione al testo iniziale” ed è in gran parte vero. “Rispetto al testo iniziale sono innegabili i passi in avanti fatti, frutto di un’oggettiva volontà di confrontarsi. Abbiamo visto con favore sparire dalle competenze inizialmente previste per la futura azienda il Dirmei, così come la farmacovigilanza e, non meno importante, l’accentramento delle assunzioni per il personale delle Asl – spiega Valle – Restano però ancora dei nodi importanti”.

Quello su cui il Pd non intende cedere è racchiuso in un comma in cui si legge che “la giunta regionale con propria deliberazione, sentita la commissione consiliare competente, può individuare ulteriori servizi amministrativi, di supporto o funzioni sanitarie che non implicano assistenza diretta alla persona da attribuire all’Azienda Zero”. Una possibilità di ampliare i poteri della super Asl che non piace per nulla all’opposizione e sulla quale non è affatto escluso che in aula ci si ritrovi di fronte a un film appena visto. “Ci sarà ancora battaglia” annuncia il consigliere dem, coordinatore del comitato di indagine sull’emergenza Covid

“Ci preoccupa molto la possibilità di dotare la nuova azienda di personale prendendolo dal sistema sanitario, dalle Asl, senza avere la certezza che quei vuoti lasciati vengano colmati da nuove assunzioni. Pensiamo alla Città della Salute il cui piano di rientro impedisce nuove assunzioni”, osserva Valle. “E poi ci appare molto vago il ruolo di coordinamento della sanità territoriale affidato sempre all’Azienda Zero, tanto più che questo tema dovrà essere rivisto dal futuro piano sociosanitario”, il cui iter legislativo attende il varo della super Asl per prendere avvio.

“Anche se la discussione si sarebbe potuta incominciare già da un bel po’. All’inizio dello scorso autunno in consiglio sono stati istituiti due gruppi di lavoro, uno sulla medicina territoriale e l’altro sulla rete ospedaliera. Non si sono mai riuniti e si arriva alla primavera quando viene presentato lo scarno piano dell’ex ministro Ferruccio Fazio e in quell’occasione – ricorda Valle – si era proposto di unire i due gruppi di lavoro per incominciare ad affrontare il tema del piano sociosanitario. Neppure da lì in poi sarebbe cambiato qualcosa, manco una riunione”. Sulla necessità di mettere mano al piano attuale, ma per molti aspetti ormai superato, si dicono tutti d’accordo. Su come farlo la questione si annuncia decisamente meno ecumenica.

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