LA SACRA RUOTA

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E tra poco anche il Polo del lusso

Stellantis riduce ulteriormente la sua forza lavoro a Torino: non un bel segnale dopo la decisione sulla Gigafactory. La Maserati si trasferisce a Mirafiori e l'ex stabilimento Bertone di Grugliasco rischia di diventare presto un pezzo di archeologia industriale

Sono stati siglati oggi gli accordi per trecento uscite volontarie e incentivate dal polo produttivo torinese di Stellantis. Duecento sono in forza alle Carrozzerie di Mirafiori, altri cento all’Agap di Grugliasco. Un accordo, quello siglato tra l’azienda e i sindacati, che rientra in una strategia complessiva attuata dal gruppo in tutti i suoi stabilimenti italiani per ridurre la propria pianta organica in vista di una riorganizzazione complessiva. Riorganizzazione che nel medio periodo sembra prevedere la chiusura definitiva di quello che nacque come polo del lusso, con la Maserati, e oggi è uno stabilimento che lavora a singhiozzo in cui le ore di cassa integrazione superano quelle di attività. È l’ex Bertone di Grugliasco, dove gli addetti sono 1.180 compresi i cento che a breve se ne andranno e la cinquantina in prestito a Mirafiori.   

Le strategie di Stellantis sembrano portare verso un’unica strada: quella di un accorpamento di tutta la produzione torinese a Mirafiori. Come altro spiegare la scelta di affiancare alla Levante anche le produzioni di Gran Cabrio e Gran Turismo, tutti modelli Maserati. A Grugliasco resta un’attività residuale legata a Ghibli e Quattroporte. Pur firmando l’accordo, Davide Provenzano della Fim chiede “un ricambio all’interno dei nostri stabilimenti. Alle uscite volontarie devono corrispondere degli ingressi altrimenti andiamo verso una progressiva riduzione del perimetro degli addetti”.

Insomma, restano molte incertezze sul futuro dell’auto nel polo torinese anche se con gli attuali volumi sembra difficile che l’azienda possa considerare economicamente sostenibile tenere aperti tutti e due gli stabilimenti produttivi attualmente in attività. Fonti sindacali spiegano che a Grugliasco potrebbe rimanere la lastratura e una parte del settore impiegatizio, mentre il polo del lusso rischia di trasformarsi presto in un ricordo.  

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