OLTRE IL COVID

"Liste d'attesa azzerate in un anno con l'alleanza pubblico-privato" 

Gli imprenditori della sanità propongono un patto con la Regione. Oggi Cirio e Icardi a Verduno all'assemblea dell'Aiop. Il presidente Perla: "Pronti a fare la nostra parte in una sfida da vincere insieme". Un piano organico per superare le iniziative delle singole Asl

“Un sistema virtuoso tra sanità pubblica e privata può azzerare le lista d’attesa in un anno”. Quello che Giancarlo Perla, presidente regionale di Aiop (l’associazione che rappresenta la sanità provata “laica”) definisce “un matrimonio” necessario per superare una crisi altrimenti destinata a protrarsi e acuirsi, non mancherà di avere come al solito chi dirà che non s’ha da fare né domani, né mai. Posizioni ideologiche ben note e altrettanto resistenti anche di fronte a una situazione in cui la sola parte pubblica non può riuscire a fornire le risposte dovute, come ampiamente dimostrato già prima che si entrasse nella lunga emergenza Covid.

La realtà è quella drammatica di liste d’attesa ormai nell’ordine non più solo di parecchi mesi, ma addirittura per certi interventi di qualche anno. Indiscutibile che serva un piano forte ed efficace con tutte le risorse in campo, superando resistenze, per evitare che questo effetto collaterale della pandemia produca ulteriori numerose vittime come giustamente avvertono da tempo gli stessi sindacati dei medici ospedalieri di fronte a diagnosi rinviate di mesi, interventi programmati e annullati senza spesso ancora una data certa.

In questi giorni in assessorato si stanno studiando sistemi per affrontare e risolvere un problema che già gravava pesantemente sulla sanità piemontese ancor prima della pandemia. E in questi piani c’è già l’irrinunciabile concorso della sanità privata, così come c’è stato in maniera rapida e cospicua quando si è trattato di mettere a disposizione cliniche da trasformare in Covid Hospital. 

Ma dall’Aiop che oggi riunisce la sua assemblea annuale al Castello di Verduno, presenti il governatore Alberto Cirio e l’assessore Luigi Icardi, arriva una proposta ancora più forte. “Siamo pronti a fare un patto con la Regione. Il privato insieme al pubblico – spiega Perla  – deve riportare ai parametri previsti i tempi d’attesa. Non è possibile dover aspettare tre anni per un interevento alla cataratta”. 

L’associazione che raggruppa 38 strutture sanitarie ricorda come dopo la prima ondata che impose di fatto il blocco di tutte le prestazioni, “in quelle successive, grazie a una più attenta organizzazione dei servizi, i nostri ospedali hanno partecipato alle cure dei pazienti Covid in degenza ordinaria o in terapia intensiva, senza azzerare le attività ordinarie, per non far crescere a dismisura le liste di attesa. Ma si è accumulato un sostanziale ritardo nella erogazione delle prestazioni, un vuoto che va colmato”. 

C’è l’aspetto economico, certamente, “ma i soldi non sono il problema principale – osserva il presidente di Aiop, guardando alle risorse previste dal Pnrr e ad altre che Stato e Regione mettono in campo –. Il problema è spenderli bene, con effetti immediati e concreti sui cittadini. Per questo serve un’alleanza per unire le energie e superare le difficoltà strutturali, incominciando dalla carenza di personale sanitario”. La maggior flessibilità del privato rispetto al pubblico per quanto riguarda le assunzioni, il reperimento di professionisti è uno degli atout pronti ad essere messi sul tavolo di corso Regina Margherita.

Incentivi economici al personale e allungamento degli orari, insieme a una razionalizzazione delle risorse professionali e una gestione efficiente delle agende, sono tra i punti principali che la sanità privata è pronta a tradurre in pratica insieme al sistema sanitario pubblico regionale. 

Se in questi giorni l’Ospedale Mauriziano ha deciso di affittare le sale operatorie della Clinica Pinna Pintor per mandare i suoi medici a operare lì per evitare che le liste d’attesa continuino ad allungarsi e in altre parti del Piemonte, come a Novara, si sono stretti ulteriori accordi con il privato anche per l’impiego dei loro professionisti sempre al fine di aiutare gli ospedali pubblici, un accordo complessivo e strutturato sarebbe decisamente più efficace rispetto a singole iniziative delle Asl e delle Aso.

Sale operatorie, ambulatori, reparti di ricovero, diagnostica, “ma il nodo principale resta quello del personale. Non si può pensare di abbattere le liste d’attesa senza incentivi per i medici, gli infermieri – sostiene Perla – e la sinergia tra pubblico e privato, con regole chiare e un obiettivo comune, può anzi deve rendere possibile questo soprattutto per chi lavora nel pubblico”. E poi c’è anche l’aspetto dell’efficienza che il privato può trasferire al pubblico, dove farraginosità di procedure e un’eccessiva burocrazia, così come l’impiego del personale amministrativo, spesso rendono ancor più difficile il lavoro di medici e infermieri, con incolpevole ricaduta su quei tempi di attesa che non possono non trovare rimedio. Se per farlo la Regione accoglierà la proposta della sanità privata lo si capirà a breve. Qualcosa, forse, già oggi.

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