POLTRONE & SOFÀ

Un manager agli appalti della Regione. Si chiude l'era Ponzetti in Scr

Nominato il nuovo vertice della società di committenza regionale: da Leonardo è in arrivo l'ingegner Corio. Nel board anche l'ex dirigente Vitale. Per la minoranza il Pd si affida al residuato politico Borioli, tesoriere del partito

Si è conclusa questa mattina, con la riunione di giunta in piazza Castello, l’era di Luciano Ponzetti al vertice di Scr, la società di committenza della Regione Piemonte, dove l’uomo di fiducia di Mercedes Bresso s’insediò come presidente per la prima volta nel 2008, indicato proprio dalla Zarina. Con l’addio di Ponzetti si chiude, almeno in parte, anche una certa commistione tra la politica e la stazione appaltante pubblica, dalla quale passano tutte le principali procedure per l’acquisto di beni e servizi. Insomma una società delicata da maneggiare con cura e soprattutto con estrema trasparenza.

Dopo alcuni tentativi della Lega torinese di designare il sindaco della ridente Virle Mattia Robasto e qualche alzata di sopracciglio di fronte ad altri nomi circolati a partire da quello di Gabriella Margherita Racca, moglie del noto avvocato Roberto Cavallo Perin e dunque cognata del vicepresidente di Palazzo Lascaris Mauro Salizzoni, del Pd, la scelta è ricaduta su un manager di alto profilo. Il nuovo presidente è l’ingegnere Domenico Massimo Corio, classe 1972, senior commercial e contract manager in Leonardo dove ha gestito i rapporti con gli stakeholders (clienti, fornitori, autorità governative) per progetti come la costruzione delle metropolitane di Riyad e Copenhagen. Il nome di Corio è frutto di un accordo siglato tra il governatore Alberto Cirio e il numero uno della Lega piemontese Riccardo Molinari.

Nel consiglio di amministrazione la maggioranza ha nominato anche Raffaella Vitale, ex dirigente regionale che già s’era occupata di Scr quando era in servizio, mentre il centrosinistra ha indicato l’ex senatore e assessore regionale Daniele Borioli, attualmente tesoriere del Pd piemontese, e che nei mesi scorsi già aveva provato a farsi nominare come commissario del Terzo Valico. Trovata finalmente una sistemazione per Borioli, ora i dem potranno tornare a chiedere alla destra ricambio generazionale, più donne nelle nomine pubbliche e trasparenza per evitare potenziali conflitti d’interesse.

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