Cav. Garavelli

Dicono… anzi diceva Vittorio Emanuele II che un mezzo sigaro toscano e una croce di cavaliere non si negano a nessuno. Così come non si nega il legittimo orgoglio del professor Pietro Luigi Garavelli, primario dell’ospedale di Novara per l’onorificienza attribuitagli per il contributo alla guerra contro il Covid. Nonostante uno scivolone sul ghiaccio proprio davanti all’ospedale che lo ha tenuto lontano per molto tempo dal suo reparto, il vulcanico (e prolifico produttore di messaggi in chat) infettivologo non si è risparmiato in indicazioni, consigli, interviste e prese di posizione, non di rado controcorrente. In quest’ultima peculiarità non si esime dal distinguersi anche nei ringraziamenti per il cavalierato: grazie al sindaco di Alessandria Gianfranco Cuttica, ai senatori Roberta Ferrero della Lega e Gaetano Nastri di FdI, non al suo ospedale “nonostante lavori lì da 20 anni” e nemmeno una citazione per Riccardo Molinari, tant’è che pare il capogruppo leghista alla Camera e plenipotenziario in Piemonte, oltre che nella sua Alessandria, non l’abbia presa bene. Dopo quello sul ghiaccio davanti all’ospedale, per cui Garavelli strepitò all’indirizzo dell’allora direttore generale Mario Minola “colpevole” di non aver fatto spargere il sale, un altro scivolone per l’infettivologo? Maligni raccontano pure di un vanamente atteso titolo di commendatore. Per ora, Todos Caballeros.  

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