ECONOMIA DOMESTICA

"Intel per ora è solo un'ipotesi", Marsiaj raffredda gli entusiasmi

Il presidente dell'Unione Industriale invita a "tenere i piedi saldamente per terra". Prima di inseguire progetti ancora poco concreti è meglio "puntare sulle nostre priorità, automotive e aerospazio". Nostalgia canaglia dell'età delle bronzine

Intel rappresenta certamente “una grande opportunità, sulla quale il Governo ci ha dato speranze, che sarebbe bellissimo poter cogliere, ma al momento è ancora un’ipotesi”. Ventiquattr’ore dopo il tavolo tra le istituzioni piemontesi e il ministro Giancarlo Giorgetti, a raffreddare gli entusiasmi sulla effettiva possibilità che la multinazionale americana scelga l’area di Mirafiori per impiantare una propria fabbrica di microchip è Giorgio Marsiaj. In verità, già alla riunione preparatoria all’incontro di ieri, svoltasi lunedì scorso negli uffici del governatore Alberto Cirio, il leader degli industriali torinesi aveva manifestato il proprio scetticismo, invitando piuttosto a puntare sul core business della città – auto e aerospazio – facendo infuriare il “collega” dell’Api Corrado Alberto.

Il presidente dell’Unione Industriale torna a ribadire come “l’automotive, l’aerospazio, i mezzi di produzione – il cui collante è l’intelligenza artificiale – oggi sono, invece, una realtà industriale concreta per Torino”, quindi “dobbiamo puntare, quindi, sulle nostre priorità, pur non escludendo che lo straordinario sogno di Intel possa trasformarsi in realtà”. Per Marsiaj, “come ha detto ieri Carlos Tavares, ceo di Stellantis, l’Italia – e io aggiungo: Torino – deve scuotersi dallo status quo e accelerare sulla transizione. Occorre una visione d'insieme, un piano industriale sulla mobilità sostenibile che coinvolga la città e guardi lontano, tenendo i piedi saldamente piantati a terra, sul quale siamo pronti a collaborare con le istituzioni su tutti i tavoli nazionali e regionali. Abbiamo molto su cui lavorare per contribuire, tutti insieme, a costruire un originale progetto di sviluppo sostenibile per Torino e per l’Italia”.

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