BANCHI DI NEBBIA

Per chi suona la campanella: 567mila piemontesi in aula

Da lunedì riaprono le scuole in tutta la regione. Triplicate le immissioni in ruolo. Il provveditore Manca: "Comunità scolastica parte attiva nella rinascita del Paese". Vaccinato il 90% del personale

 

Ultimi giorni di vacanza per 566.913 studenti del Piemonte. Questo il numero di ragazzi e ragazze che da lunedì torneranno sui banchi per il nuovo anno scolastico, 514.644 in 540 istituzioni scolastiche statali, per un totale di 25.582 classi/sezioni, e 52.269 di 689 scuole paritarie, il 73% delle quali dell’infanzia, per complessive 2.555 classi/sezioni. Per quel che riguarda l’organico, sono state effettuate 4.651 immissioni in ruolo di personale docente delle scuole statali, di cui 855 sul sostegno, quasi il triplo rispetto allo scorso anno in cui erano state 1.601, di cui 14 di sostegno. Sono inoltre 849 le immissioni in ruolo di personale Ata, contro le 614 dell’anno scorso. Quanto alle supplenze, sono stati assegnati 16.568 contratti a tempo determinato, di cui 6.693 sul sostegno. “Per il primo anno – sottolinea il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Fabrizio Manca – tutte le operazioni di conferimento degli incarichi a tempo determinato sono state concluse il 3 settembre con la presa di servizio del personale individuato, assicurando così il regolare inizio delle lezioni il prossimo 13 settembre”.

“La costruzione della scuola nuova, che guarda il futuro facendo tesoro di quanto imparato e sperimentato nel contesto pandemico e implementandolo in modo virtuoso ed efficace, ha bisogno di un corpo docente adeguato per numero e formazione. E sono felice di dire che sono state regolarmente completate le operazioni di avvio anno scolastico. Finalmente si partirà con un organico stabile” esulta Manca. “Nel 2021/2022, infatti, le assunzioni in ruolo degli insegnanti sono state quasi il triplo rispetto al precedente anno e tutti i posti, anche quelli di sostegno, sono stati coperti prima dell’inizio delle lezioni, senza il cosiddetto balletto dei supplenti, fatto inedito che non accadeva da vent’anni. Finalmente, dunque, si partirà non solo con un organico stabile, garanzia di una continuità didattica fondamentale per un percorso armonico ed efficace”. “Ancora una volta la comunità scolastica è chiamata a diventare parte attiva nel processo di rinascita del nostro Paese” conclude Manca che rimarca il grande lavoro svolto a fronte delle difficoltà dovute alla pandemia, ma rileva anche che “l’abbassamento del livello dei nostri studenti, soprattutto di coloro provenienti da situazioni di disagio, ci ha fatto riflettere sulla battuta d’arresto che la nostra scuola e, di conseguenza, il nostro Paese ha fatto”.

In vista della ripresa scolastica a pieno regime di lunedì 13 settembre, il Piemonte può contare su circa il 90% del personale scolastico vaccinato con almeno una dose. Il dato risale al 3 settembre scorso, quando è stato divulgato per la presentazione di “Scuola SiCura”. Fonti della Regione e sindacati sono concordi sul fatto che la stima vada fatta al rialzo: secondo il segretario generale Flc Cgil di Torino, Massimiliano Rebuffo, i vaccinati nel personale scolastico raggiungono il 95%. Merito della possibilità di vaccinarsi con accesso diretto, che allo stesso tempo però non consente di conoscere la professione di chi ne usufruisce. Per questo motivo, come fanno sapere dalla Regione, prima dell’inizio della scuola è difficile aggiornare i dati. Per quanto riguarda i problemi con il Green Pass segnalati ieri dai sindacati lombardi rispetto alle dosi miste e ai vaccinati di fuori regione, le scuole piemontesi hanno affrontato qualche caso isolato, ma non si può dire che ci sia stato un vero problema. La segretaria regionale di Cisl scuola Maria Grazia Penna parla di alcune “registrazioni tardive di tamponi negativi effettuati in centri non abilitati o nei primi due giorni di screening gratuito”, disponibile fino al 19 settembre. Rebuffo racconta invece di un insegnante che “si è ammalato dopo aver fatto la prima dose a marzo, e ad agosto è stato costretto a fare un tampone a pagamento per accedere a una riunione”. Non erano infatti ancora passati i 6 mesi dalla guarigione previsti per accedere alla seconda dose, ma il caso ora è risolto. “Il vero problema potrà venire fuori lunedì, per ora si parla di un 10% di personale rientrato a scuola – conclude Rebuffo – soprattutto docenti delle superiori che si sono dedicati agli esami di riparazione”.

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