VERSO IL VOTO

"Lo Russo ha già perso una volta", Appendino al vetriolo sul Pd

C'è un contrasto politico ma anche tanto astio personale. La sindaca grillina al solo pensiero che possa vincere il suo nemico giurato, che l'ha fatta condannare sui conti di Palazzo Civico, va su tutte le furie. "Cinque anni fa venne battuto con Fassino"

Ormai quella di Chiara Appendino è una crociata personale. Mentre il Movimento 5 stelle, a livello nazionale, s’avvia a costituire un fronte comune con il Pd lei a Torino spara a palle incatenate contro il candidato del centrosinistra. Stefano Lo Russo, che è stato assessore all’Urbanistica di Piero Fassino, sottolinea perfidamente la sindaca, “le elezioni le ha già perse una volta, nel 2016”.

È stato proprio un esposto (tra gli altri) di Lo Russo a provocare ad Appendino uno dei vari guai giudiziari che hanno funestato la sua amministrazione: quello sul caso Ream, un debito da 5 milioni versato dalla società a titolo di caparra non contabilizzato nel primo bilancio della giunta pentastellata. “A Torino abbiamo cercato, con Giuseppe Conte, di fare un percorso, che io condivido, di una coalizione progressista, ora il Pd sta candidando una persona che ha già perso le elezioni nel 2016, quando era assessore, e in questi cinque anni molte posizioni sono state le stesse del centrodestra” attacca Appendino. “Vedo un centrosinistra che per cinque anni si è opposto a moltissime innovazioni, ad esempio in tema ambientale, dall’altra un centrodestra che non riesce neanche ad avere il coraggio di riconoscersi nel fatto che devono essere garantiti certi diritti, su cui hanno una posizione non chiara”. Insomma, a Torino destra e sinistra sono della medesima pasta. Un’impostazione a suo modo coerente con un M5s che negli ultimi tre anni ha governato indifferentemente con la Lega e il Pd.

Alla domanda se per lei siano pari Pd e FdI o Lega, Appendino risponde che “non sono pari, ciascuno ha portato avanti battaglie diverse. Quello che ci ha lasciato il Pd locale sono stati debiti e macerie e non voglio la città di Torino in mano a chi ci ha lasciato quello che ho visto con i miei occhi”. Quindi – conclude – io lavoro per un Movimento 5 Stelle che governi”. Su questo però il problema sembrano essere gli elettori. E chissà che Appendino non abbia deciso di rinunciare alla candidatura proprio perché sapeva bene che andava incontro a una probabile sconfitta.    

Infine indirizza un messaggio al segretario del Pd Enrico Letta, per il quale la convergenza tra dem e Cinquestelle al ballottaggio è vincente ovunque: “Letta dovrebbe parlare con il suo candidato sindaco perché a Torino ha firmato un patto in cui dice nero su bianco che non farà accordi con M5s al ballottaggio perché non apprezza la nostra politica e tre giorni fa ha dichiarato che vuole andare in discontinuità con la nostra amministrazione”. Poi prosegue: “Io stimo Letta e credo che il suo approccio sia sincero, però quando c'è stato da decidere se fare un accordo su una persona disponibile che potesse interpretare una coalizione, e c’era una persona (il rettore del Politecnico Guido Saracco ndr), hanno deciso di fare le primarie escludendoci”.

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