DAY AFTER

Destra in Crocetta, Pd a Falchera.
La nuova mappa elettorale di Torino

Damilano s'insinua in Centro e in collina, Il centrosinistra fa la pace con la periferia e tiene nella zona Ovest e nelle vie della movida. L'astensione nei quartieri a Nord penalizza Lega e FdI. Pregliasco (YouTrend): "Per il ballottaggio favorito Lo Russo"

Il centrodestra torna in Ztl, la sinistra si riaffaccia in periferia. È cambiata la mappa elettorale di Torino in questi due anni, complice probabilmente la fisionomia dei due candidati a sindaco, ma anche la loro storia e soprattutto quel che hanno detto durante la campagna elettorale. Sembra quasi che mentre Paolo Damilano provava a insinuarsi nei quartieri borghesi di Centro e Crocetta – “Non arretreremo sui diritti” – abbia lasciato sguarnite le retrovie e così Stefano Lo Russo – “ripartiamo dal lavoro” – ha potuto riallacciare il dialogo con quell’area a Nord della città che per un decennio è apparsa off limits per il Pd. A partire dai quartieri Borgo Vittoria e Rebaudengo (tra le Circoscrizioni 5 e 6) fino a Falchera, quest’ultimo assurto a simbolo della cavalcata trionfale di Chiara Appendino e della disattenzione delle precedenti amministrazioni, che alle urne di domenica e lunedì è tornato al passato. Una macchia di rosso tenue nella mappa elaborata da YouTrend sta lì a rappresentare una piccola apertura di credito nei confronti di chi, come Lo Russo, con la sua seggiolina si è messo ad ascoltare quei quartieri sedotti e in parte dimenticati dall’amministrazione pentastellata. Lo Russo, in fondo, è uomo cresciuto in periferia o semiperiferia, a Santa Rita, e non deve stupire che abbia trovato la chiave per addentrarsi nel profondo nord – dimenticato – di Torino.

Per contro Damilano ha fatto valere la sua storia di imprenditore affermato e le sue relazioni per aprire una breccia nella Ztl. Perde la Circoscrizione 1, ma la Crocetta ha votato per lui. In alcuni seggi dell’istituto Lorenzo il Magnifico (corso Matteotti) o del liceo Galileo Ferraris (corso Montevecchio, a due passi dal Politecnico) a sorpresa il centrodestra batte il centrosinistra. In alcuni casi lo doppia, come nella sezione 51 dove Lo Russo prende 166 voti e Damilano 362. A dimostrazione del valore aggiunto rappresentato dal candidato civico basti pensare all'exploit, nella Circoscrizione 1, della sua lista Torino Bellissima che qui va oltre il 20%. Non solo la Crocetta, il centrodestra s’arrampica pure in collina: i quartieri Madonna del Pilone, Cavoretto e Borgo Po tornano a tingersi d’azzurro e in alcuni distretti Damilano è in vantaggio di oltre il 20 per cento.

Ma se nella zona orientale della città la sinistra ha subito più di un’incursione, a Ovest tengono le sue roccaforti: Borgo San Paolo, Cenisia, Cit Turin, Pozzo Strada e poi giù a Santa Rita fino a Mirafiori e Lingotto. A questi si sommano i quartieri della movida: San Salvario, Vanchiglia e ora anche Aurora, interessata da una profonda riqualificazione da quando lì si è insediato il campus universitario Einaudi.  

“Il calo dell’affluenza, nelle Circoscrizioni 5 e 6, si accompagna con l’arretramento del Movimento 5 stelle. Per contro quel che era riuscito a Matteo Salvini alle Europee, di fare man bassa nelle periferie torinesi, non si è replicato con Damilano” è l’interpretazione di Lorenzo Pregliasco, fondatore di YouTrend che in queste ore sta elaborando i dati provenienti dalle urne. In sostanza “il centrosinistra ha tenuto dove gli altri hanno smobilitato” è la sintesi di Pregliasco; un trend su cui potrebbe aver influito anche il maggior radicamento del centrosinistra e dei suoi candidati.

Se il centrosinistra ha costruito sul territorio la sua rimonta, con una campagna incentrata su Torino, lo schieramento di Damilano ha perso una parte del voto d’opinione di cui erano accreditati i partiti che lo sostenevano, in particolare la Lega. Un effetto spiegabile, secondo Pregliasco con i “segnali contrastanti venuti dal partito di Salvini rispetto al rapporto con il governo Draghi o sulla questione vaccini e green pass. Segnali che hanno allontanato una parte dell’elettorato più moderato e pragmatico”. Il tutto mentre i cittadini con posizioni più intransigenti avevano altre opzioni cui rivolgersi, dal professor Ugo Mattei (teorico dei beni comuni diventato per l'occasione un no green pass) all’Italexit di Gianluigi Paragone.  

Un quadro che, a giudizio del fondatore di YouTrend e docente all’Università di Bologna, consegna di diritto a Stefano Lo Russo il riconoscimento di favorito della vigilia in vista del ballottaggio. “Innanzitutto perché si presenta con cinque punti di vantaggio che non sono pochi, poi perché l’elettore del M5s di oggi è un elettore essenzialmente contiano, quindi più propenso a votare Pd che Lega, inoltre ci sono molte liste d’ispirazione comunista certamente più affini al centrosinistra che alla destra e che potrebbero mobilitarsi per Lo Russo. Infine, il risultato in parte inatteso a favore del candidato Pd, potrebbe provocare nel centrodestra un effetto smobilitazione proprio mentre serve fare l'ultimo sforzo per riportare gli elettori alle urne”.

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