ECONOMIA DOMESTICA

Logistica e infrastrutture,
un piano per il Piemonte

Patto tra Regione e Confindustria per usare al meglio i fondi del Pnrr. Novara, Rivalta Scrivia e Orbassano i tre grandi hub su cui puntare per lo smistamento merci. E per i trasporti si deve superare la gomma

Il 6% della forza lavoro, 49 grandi opere da concludere entro dieci anni e 7,5 miliardi di fondi del Pnrr da spendere entro il 2026. Sono questi alcuni dei numeri contenuti nel position paper dedicato a logistica e infrastrutture della Commissione Logistica di Confindustria Piemonte, realizzato con il contributo di Unioncamere, che oggi è stato condiviso con la Regione. L’obiettivo è contribuire al completamento entro la fine dell’anno del Piano regionale Mobilità e Trasporti lanciato nel 2018 suddiviso tra il Piano della Logistica (PrLog) e il Piano per la Mobilità delle Persone (PrMop).

“Una logistica efficiente e infrastrutture moderne rafforzano le imprese del territorio e incentivano nuovi investimenti in Piemonte – commenta il presidente di Confindustria Piemonte Marco Gay –. Grazie alla connessione con la Liguria, la nostra regione è uno degli sbocchi strategici per le merci dall’Asia e dall’Africa, oltre a essere al centro del continente europeo. In questi mesi di pandemia, tutti hanno compreso come la logistica sia centrale per la nostra economia. Ora abbiamo la possibilità di farne una leva di sviluppo”.

In Piemonte ci sono 14mila le aziende di logistica che contano 83.146 addetti, pari al 6,1% del totale degli occupati piemontesi. Da questo comparto arriva la richiesta di valorizzare i nodi logistici consolidati di Novara come crocevia del traffico Nord-Sud, Rivalta Scrivia come retroporto delle merci in arrivo da Genova, Savona e Vado, Orbassano come hub logistico torinese. Anche il Pnrr verrà in supporto, finanziando l’asse del Terzo valico Appenninico verso Milano e il collegamento ferroviario con Tortona e Alessandria. Sono invece fermi al palo alcuni altri tasselli fondamenti della rete ferroviaria, come il potenziamento della Torino-Savona ferroviaria, la Fossano Cuneo, la variante di Demonte. Sono invece 11 le opere che il documento, analizzando i dati dell’osservatorio Oti, ritiene saranno ultimate entro il 2023, altre sette saranno pronte nel 2026, tre entro il 2030 e infine la Torino-Lione che potrebbe entrare in esercizio nel 2032, come annunciato recentemente.

“Come già dimostrato sul tema della gestione dei fondi del Pnrr, la Regione è pronta per realizzare piani e strategie che possano rispondere alle necessità delle imprese, che, nel caso della logistica e delle infrastrutture, devono poter pensare al loro futuro in un quadro quanto più definito possibile di realizzazione di reti materiali e immateriali” sottolineano il governatore Alberto Cirio e l’assessore Marco Gabusi.

L’obiettivo è attuare una delle grandi priorità anche del Pnrr, ovvero creare un’alternativa al trasporto su gomma, che il 77,3% delle imprese piemontesi ancora utilizza prevalentemente, nonostante sia la soluzione meno conveniente. Per interrompere questo cortocircuito, tra le richieste fatte dalla Regione per il Piano nazionale di ripartenza e resilienza, 349 rientrano nella Missione 3 denominata “Infrastrutture per una mobilità sostenibile”. Il valore complessivo di questi interventi ammonterebbe, se finanziati, a 7,464 miliardi di cui 6,561 miliardi per l’alta velocità ferroviaria e strade sicure, mentre 0,9 miliardi servirebbero all’intermodalità e la logistica integrata. Altrettanto cruciale, sarà lo sviluppo delle infrastrutture immateriali, come sostegno alla transizione delle imprese verso l’industria 4.0 e la sostenibilità ambientale. Per rispettare i tempi, il documento propone quattro elementi: procedure parallele e non sequenziali nella realizzazione di un’opera; project management moderni; tempi rigorosi agli enti pubblici; selezione del vincitore della gara d’appalto rinunciando alla predisposizione delle graduatorie per evitare al minimo i ricorsi al Tar causa di ritardi nella realizzazione delle opere.

print_icon