TRAVAGLI DEMOCRATICI

Ravetti si tira fuori (per ora),
stop al Sistema Alessandria

"Mai pensato a fare il sindaco" dice il consigliere regionale mentre gli si allunga il naso. Il disegno di Rossa, Gatti e Mazzoni (sotto l'ombra di Palenzona) sfuma davanti alla conta degli iscritti del Pd che favorisce la riconferma a segretario provinciale di Antinucci

Getta la spugna ancor prima di salire sul ring Mimmo Ravetti. “Non è all’ordine del giorno la mia disponibilità a candidarmi a sindaco della città di Alessandria nel 2022” scrive il consigliere regionale del Pd e già capogruppo a Palazzo Lascaris. Proprio lì, tra i banchi dem del parlamentino piemontese, il percorso di Ravetti verso la competizione con il sindaco uscente Gianfranco Cuttica era cosa nota. Adesso, in un lungo post, sostiene di aver “provato a dirlo utilizzando un linguaggio appropriato in base ai diversi interlocutori” di non ambire a fare il primo cittadino. Forse ci ha solo provato, forse. Forse avranno capito male i compagni di partito, ad Alessandria come a Torino. O forse, quasi certamente diremmo, a ispirare l’assai poco convincente passo indietro di Ravetti sono state, nelle ultime ore, le previsioni sull’esito del congresso cittadino del Pd che vedrebbero sfumare i piani di quel Sistema Alessandria, che vedeva la segreteria del partito come passaggio intermedio verso la reconquista della città. Forse quando stamattina, fatti i conti degli iscritti che domenica 7 novembre dovranno votare il nuovo segretario, e scoperto che i numeri sono dalla parte dell’attuale vertice Rapisardo Antinucci la cordata che puntava a candidare Ravetti si è, per così dire, un po' raffreddata.

Troppo in salita la strada per Mauro Bressan, il primo tassello di un mosaico che forse non verrà mai assemblato, espressione di quel Sistema Alessandria che ha nell’ex sindaco Rita Rossa uno dei prinicipali punti di riferimento, assieme al decano del Consiglio comunale Enrico Mazzoni e all’ottuagenario  Agostino Gatti. Se Bressan non potrà essere segretario allora tutto l'impianto rischia di crollare.

Non è un mistero, tanto da averlo dichiarato apertamente, che l’ex socialista Antinucci, espressione dell’area riformista, vede come candidato a Palazzo Rosso l’attuale consigliere e in passato assessore Giorgio Abonante. Scelta non proprio gradita alla trimurti, su cui grava l’ombra di Fabrizio Palenzona, da par suo apparentemente distaccato e lontano da queste vicende, ma sempre presente con i suoi uomini di fiducia. Se così non fosse, non si comprenderebbe la decisione di Bressan – una vita da manager di successo, trascorsi ai vertici della multiutility Amag, ma non propriamente un politico con la tessera – di tuffarsi tra le correnti del Pd. Il disegno di portare Bressan alla guida del partito e, poi, allargare la strada già tracciata per Ravetti verso Palazzo Rosso non era quel che si dice un mistero, tantomeno un segreto. 

“Non voglio essere il velo da utilizzare per coprire un ipotetico vuoto e nemmeno voglio essere usato strumentalmente, in positivo o in negativo, per le beghe congressuali del Pd”, spiega Ravetti nel suo lungo post in cui rammenta ai compagni di partito che “bisogna mettersi in cammino presto con determinazione e coraggio. Serve un gruppo coeso, una bussola, una guida e il sincero desiderio di occuparsi degli alessandrini. Serve una spontanea corrispondenza sentimentale tra la città e la sua guida che è qualcosa in più di una pur necessaria iniziale indicazione. Le persone per questo viaggio non mancano”. E qui, il colpo di scena o piuttosto la mossa del cavallo. 

“Il nome più adatto alla candidatura a sindaco mi pare essere quello di Giorgio Abonante – scrive –. È il candidato del segretario provinciale Otello Marilli – e qui cita un uomo vicinissimo all’ex senatore Daniele Borioli, ala orlandiana del partito e non certo un sostenitore di Antinucci – è il candidato che nessuno mette in discussione tra i candidati alla segreteria del Pd alessandrino”. Davvero è così? E le divisioni sulla guida della segreteria originate proprio sulla futura scelta della figura su cui puntare per provare a tornare a Palazzo Rosso? Ma il consigliere regionale aggiunge altro. Esorta Abonante a che “si muova da candidato, perché fino ad ora non lo ha fatto, forse perché condizionato più dalle voci di corridoio che dalle voci della città”. O forse perché candidato ancora non lo è. E una parte del Pd alessandrino ha cullato l’idea che non lo fosse, avendo in mente altri. Ma stamattina qualcosa è andato storto e il Sistema pare essere saltato. 

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