GRANA PADANA

Lega, tessere inviate in ritardo e così i congressi slittano

Difficilmente entro l'anno saranno celebrate le assise cittadine promesse da Salvini. Si prepara la "Leopolda" del Capitano. Intanto, Gancia attacca: "Mala gestio nella distribuzione delle iscrizioni. Si vuole ottenere un finto plebiscito per i soliti noti"

“Non è un percorso che si fa in un quarto d’ora”, aveva risposto Matteo Salvini a chi qualche giorno fa gli chiedeva quando si farà il congresso nazionale della Lega. Guardandosi bene dell’indicare una data, sia pure ipotetica, il leader ha spento speranze e alimentato malumori in quella fetta del partito che, al contrario, un congresso in tempi non biblici lo auspica.

Già il primo gradino verso le assise nazionali, ovvero i congressi cittadini, va in direzione delle calende greche. “Dal primo dicembre partiamo con i congressi in più di mille sezioni”, ha annunciato Salvini dal Consiglio federale di una settimana fa in cui è stata siglata la tregua (armata) con Giancarlo Giorgetti. Ma a quell’annuncio, ad oggi, non è seguita nessuna comunicazione ufficiale ai livelli periferici del partito. “Non è ancora arrivato nulla”, conferma Fabrizio Ricca commissario della Lega torinese. 

A dire il vero non sono nemmeno arrivate tutte le tessere del 2021 ai militanti, aprendo addirittura la strada a dubbi e sospetti da parte di chi subodora manovre proprio in vista dei congressi. “C’è un serio problema nella gestione del tesseramento. – osserva preoccupata l’europarlamentare Gianna Gancia –. Ci sono molti militanti senza tessera, nonostante l’abbiano rinnovata. Faremo in modo che Salvini prenda di petto questa decisione, ma certamente in queste condizioni non è assolutamente concepibile pensare ai congressi”.

Col freno a mano tirato e lo sterzo che sbanda, così sembra procedere la Lega verso quello che dovrebbe essere, o almeno storicamente per molti partiti è stato, il momento cruciale di una forza politica. L’impressione che circola è quella di un Capitano che non intenda per nulla accelerare sul congresso, fornendo a militanti e dirigenti una sorta di surrogato con l’annunciata, questa si a data certa l’11 e il 12 dicembre, assemblea programmatica. Parlamentari, ministri, governatori, sindaci, eurodeputati e chi più ne ha più ne metta in quella che, suscitando reazioni allergiche tra i leghisti, più d’uno ha già ribattezzato la Leopolda di Matteo (l’altro).

L'evento dovrebbe far confluire nella capitale circa un migliaio di eletti ex lumbard e dovrebbe tenersi al Palacongressi dell'Eur poco dopo l'annunciata visita di Salvini in Polonia, programmata per il 3 e il 4, proprio nei giorni in cui il capo di via Bellerio festeggerà gli otto anni alla guida del partito cui approdò nel congresso di Torino del 15 dicembre del 2013. Proprio in questi giorni il tavolo tecnico, coordinato, tra gli altri, da Armando Siri, ha dato mandato ai responsabili dei dipartimenti di individuare e organizzare i temi di discussione e le proposte. I temi su cui certamente si articolerà la riflessione sono: lavoro, fisco, disabilità, Europa, famiglia, ambiente, scuola, giovani, infrastrutture e sicurezza.

Diversamente dalla Leopolda l'assise non sarà aperta alla società civile ma solo a eletti e iscritti della Lega. Si sta valutando il coinvolgimento di esperti tematici, come professori universitari o ricercatori, ma su questo nessuna decisione è ancora stata presa.

Per quanto riguarda la frenata sui congressi nelle sezioni, questa si palesa anche con l’assenza, ad oggi, di indicazioni dal vertice. Segnali di un disegno dilatorio sui tempi dell’appuntamento nazionale, ma anche di quelli regionali la cui importanza non sfugge, come è ben chiaro ai leghisti piemontesi che in passato hanno visto, a cavallo tra il 2015 e il 2016, il loro congresso attraversato da battaglie e schermaglie tra gli allora due contendenti: la Gancia e colui che serebbe uscito con i galloni da numero uno, carica che riveste tutt’ora, ovvero Riccardo Molinari.

Proprio a Molinari e alla sua scarsa intenzione di aprire in fretta la stagione congressuale e con essa eventuali frizioni interne, guardano coloro che preconizzano una marcia molto lenta del Piemonte verso il rinnovo delle cariche. Pochi scommettono che ciò avvenga nelle sezioni entro la fine dell’anno. Poi scavallate le feste la politica sarà proiettata verso le elezioni del nuovo Presidente della Repubblica con leader e seconde file impegnati nelle trattative e non certo disponibili a seguire le vicende sul territorio. Poi ci saranno le amministrative, con due città come Cuneo e Alessandria (quest’ultima che arriva al voto con la Lega protesa a rinnovare l’incarico al suo sindaco Gianfranco Cuttica).

Facile prevedere slittamenti su slittamenti dei congressi con il non nascosto effetto collaterale di spingere sempre più avanti quello federale. Nell’attesa che non sarà breve, non pochi militanti aspettano ancora la tessera della nuova Lega, quella che consentirà di votare ai congressi. Un po’ in tutto il Piemonte si segnalano ritardi nelle consegne e già, come si diceva, nascono sospetti. Le chat ribollono da Verbania a Cuneo, passando per Torino. “Temo, e vorrei sbagliarmi – dice l’europarlamentare Gancia, avendo raccolto segnalazioni e lamentele – che tutta la questione della mala gestio nella distribuzione delle tessere, sia per ottenere un finto plebiscito per i soliti noti”. E un primo sasso cade, non nello stagno, ma sulla strada verso i congressi della Lega.

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