SOTTO LA MOLE

Saracco vuole dare una lezione. Ai politici

Prima ha accarezzato l'idea di fare il sindaco di Torino, ora vuole orientare le scelte di chi decide. Nell'inaugurazione dell'anno accademico le ambizioni nascoste del rettore del Politecnico e la sua "rivoluzione etico-politica"

Per quasi un anno i politici lo hanno blandito con le loro attenzioni, offrendogli (non tutti) la candidatura a sindaco, ora lui vorrebbe farli sedere al banco e portarli a lezione di cambiamenti climatici e non solo nelle aule del “suo” Politecnico. Nel giorno dell’inaugurazione dell’anno accademico Guido Saracco tratteggia un ateneo sempre più fucina della nuova classe dirigente, attraverso “una formazione che garantisca a laureati e laureate di affrontare sistemi complessi” e allo stesso tempo luogo per eccellenza del sapere, da cui chi decide deve costantemente attingere. Insomma un Politecnico “in prima linea nel promuovere una quanto mai necessaria rivoluzione etico-politica”. Niente di meno?

Un anno fa, quando il suo nome circolava con insistenza come possibile candidato sindaco del centrosinistra, da quello stesso palco, Saracco pronunciò un intervento che a molti sembrò il suo manifesto politico, arrivando a delineare nientemeno che “un’alleanza civica per Torino”. Alleanza a capo della quale, neanche a dirlo, ci sarebbe dovuto essere lui. Le cose sono andate diversamente e un altro prof del Politecnico è approdato al piano nobile di Palazzo civico, Stefano Lo Russo. Ma il Magnifico non si rassegna. E se un anno fa la protagonista del suo intervento era stata proprio Torino, ora Saracco torna a concentrare la sua attenzione sul Politecnico e sul suo ruolo all’interno della città. “Stiamo uscendo dalla crisi pandemica, ma siamo profondamente cambiati e non possiamo pensare di continuare a vivere, lavorare e formare i nostri studenti come prima del Covid. La pandemia ci ha messo di fronte a innovazioni ormai non più rimandabili e ci ha dimostrato che solo accogliendole, con creatività e coraggio, possiamo uscirne. E uscirne più competitivi di prima, se sapremo capitalizzare quella rivoluzione della didattica nel senso del superamento della settorialità delle discipline, della contaminazione tra scienze tecniche e sociali, dell’orientamento al problem solving e al lavoro in team che al Politecnico abbiamo già messo in campo”.

Saracco pone l’accento sulla “transizione ecologica, verso una piena sostenibilità energetica e ambientale. Abbiamo per anni accettato un modello che prevedeva la morte di milioni di persone all’anno per denutrizione, per l’immigrazione, per gli effetti del cambiamento climatico. Oggi abbiamo capito che questo modello non è più sostenibile, ma per crearne uno nuovo abbiamo bisogno per prima cosa di bilanciare le disuguaglianze sociali. E potremo farlo solo proponendo tecnologie sostenibili, di cui siano previsti gli effetti sulla società, con il contributo degli umanisti. In due parole: unire Creatività e Razionalità sarà la chiave per il futuro”.

Il rettore ha quindi sottolineato che oggi è richiesto alla società, all’economia e all’università un approccio del tutto nuovo, anche sul nostro territorio: “Il riconoscimento di Torino quale area di crisi industriale complessa ha portato due anni fa i principali attori sociali (associazioni imprenditoriali, sindacati, università, fondazioni ed enti governativi) a unirsi in un progetto di sviluppo condiviso. Eravamo consapevoli di dover cambiare come singole istituzioni e dover promuovere gioco di squadra e comunione di intenti. È la cosiddetta coopetizione: una alleanza di ecosistema per essere più efficaci, sostenibili e competitivi”.

Il rettore elenca i progetti di cui il Politecnico è a suo giudizio il cuore pulsante. Si pone a supporto dei principali processi di trasformazione della società come “digitalizzazione, transizione ecologica, mobilità sostenibile, inclusione sociale, tutela della salute e tutte le altre sfide che ci attendono nei prossimi anni. Per questo i principali attori sociali dovranno coordinarsi in modo permanente per condividerne in modo armonico la progettualità, perché nessuna opportunità venga persa e la politica possa prendere decisioni consapevoli e informate, per le quali sono imprescindibili analisi socio-tecniche e una strategia complessiva coerente”. Insomma, cari sindaci e governatori, prima di decidere chiedete a Saracco.

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