Scuola: genere fluido, Cavour di Torino sceglie l'asterisco

"Esiste un modo per non discriminare che non storpia l'italiano. In questo la scuola dovrebbe dare l'esempio, non cedere a provvedimenti ideologici che peraltro anziché difendere l'identità di ognuno, l'annientano". Augusta Montaruli, parlamentare torinese di Fratelli d'Italia, annuncia così l'intenzione di scrivere al ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, per un "approfondimento" sulla decisione del Cavour di Torino, storico liceo classico del capoluogo piemontese, di inserire l'asterisco alla fine delle parole "studenti e ragazze" nelle comunicazioni scolastiche. La vicenda fa riferimento alla decisione della scuola - famosa per avere avuto tra i suoi allievi numerosi personaggi illustri, da Luigi Einaudi a Guido Gozzano, da Cesare Pavese a Giulio Carlo Argan - di utilizzare per tutte le comunicazioni (collettive o individuali, esterne o interne, dalle circolari agli eventi) l'asterisco alla fine delle parole al posto del maschile o femminile. Una decisione presa dal Consiglio d'Istituto, riunito per una persona che nel precedente anno scolastico stava cambiando sesso, che ha deciso di aderire a "Noi siamo pari", progetto del Miur per la lotta alle discriminazioni. "Le generazioni che frequentano adesso le superiori sono molto avanti. C'è una grande sensibilità verso questi temi e la risposta è stata estremamente positiva. Abbiamo formalizzato all'interno di un regolamento quello che loro vivono nella quotidianità - racconta il preside Vincenzo Salcone -. La nostra Costituzione vieta le discriminazioni, incluse quelle sul sesso. Non abbiamo fatto niente di rivoluzionario, se non dare attuazione al trattato costituzionale nelle nostre normative interne".

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