Lo Spadone di Preioni

Se perseverare è diabolico è altrettanto vero che il diavolo non fa i coperchi. Proverbi evidentemente sfuggiti alla Lega che dopo aver dovuto incassare, la scorsa estate, la bocciatura in commissione parlamentare del suo candidato alla presidenza del Parco della Valgrande, Luigi Spadone è tornata alla carica rimediando un secondo niet a Montecitorio. Collaboratore dell’ex senatore Valter Zanetta nell’organizzazione del (fallito) referendum per la secessione del Vco dal Piemonte verso la Lombardia, come evidenziato nel curriculum dall’aspirante presidente, Spadone è stato nuovamente sguainato dal suo sponsor Alberto Preioni, capogruppo a Palazzo Lascaris e sostenuto dalla giunta di Alberto Cirio. Con il via libera del ministro Alberto Cingolani che la volta scorsa era stato costretto a ritirare l’atto di nomina, pareva fatta. Invece, il centrosinistra in commissione ha di nuovo messo il pollice all’ingiù. E per Spadone, di cui si racconta l’audizione in cui molti avrebbero colto interi passaggi sul parco letti paro paro da wikipedia, si profila un altro ritorno forzato nel fodero.

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