Una speranza vuota

Per comprendere la radice del profetismo sociale e della deriva utopistica che sta trasformando il cristianesimo in un vago umanesimo e in una ideologia solidaristica eco-pacifista ed è la causa dell’aridità immanentista che rischia di dimenticare la sostanza soprannaturale dell’esistenza cristiana, vogliamo offrire come meditazione natalizia uno scritto poco conosciuto del cardinale Joseph Ratzinger che fu tacciato da un noto teologo progressista come espressione di “cristianismo”. In esso, il futuro Benedetto XVI toccava i nodi teologici che travagliano la Chiesa degli ultimi decenni.

«Il problema centrale del nostro tempo mi sembra essere lo svuotamento della figura di Gesù Cristo. Si comincia con la negazione del concepimento verginale di Gesù nel grembo della Vergine Maria. Si continua con la negazione della resurrezione corporale di Gesù lasciando il suo corpo alla corruzione e trasformando la risurrezione in un avvenimento puramente spirituale, non si lascia speranza per il corpo, per la materia. Si continua col negare la consapevolezza di essere figlio di Dio nel Gesù della storia e gli si concede come autentiche solo le parole considerate possibili sulla bocca di un rabbino del suo tempo. Un Gesù così impoverito non può essere l’unico Salvatore e mediatore, non è il Dio-con-noi, e alla fine Gesù va sostituito con l’idea dei “valori del Regno”, che in realtà non ha un contenuto preciso e diventa una speranza senza Dio, una speranza vuota. Noi invece dobbiamo con chiarezza ritornare al Gesù dei Vangeli, poiché lui solo è anche il vero Gesù storico: “Tu solo hai parole di vita eterna”».

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