LA SACRA RUOTA

Il Governo lascia l'auto a secco. Pichetto: "Più fondi nel 2022"

Nella manovra finanziaria saltano gli incentivi all'acquisto di auto elettriche. L'allarme dell'Anfia e di Confindustria. Il viceministro: "Avevo chiesto un miliardo ma non c'erano le risorse. Interverremo nel nuovo anno. Auspicabile un'iniziativa del Parlamento"

Il Governo si è dimenticato dell’auto. Nella manovra finanziaria che sarà approvata entro la fine dell’anno non sono contenuti incentivi significativi per sostenere l’acquisto di vetture elettriche, quelle che entro il 2035 dovrebbero essere le uniche a comparire nei saloni dei concessionari. Il viceministro Gilberto Pichetto Fratin ci aveva provato a mettere su un provvedimento di sostegno al prezzo “almeno un miliardo”, poi “sono arrivati i rincari delle materie prime e la necessità di limitare l’aumento delle bollette”. E così l’auto è rimasta letteralmente a secco se si fa eccezione per 150 milioni di euro destinati alla conversione di impianti e formazione dei lavoratori. Troppo poco.

Gli altri paesi europei fanno meglio, molto meglio. La Germania ha un budget di 4 miliardi, la Francia ha stanziato 1,4 miliardi, la Spagna 800 milioni. L’Italia nulla e questo potrebbe voler dire “rinunciare a 161mila auto vendute” è l’allarme lanciato dall’Anfia. I concessionari sono l’ultimo anello della filiera, ma uno step prima ci sono i produttori e qui le ricadute potrebbero coinvolgere in particolare Torino e la sua area metropolitana dove Stellantis realizza la 500 elettrica e centinaia di piccole e medie imprese sono impegnate nella componentistica per i principali gruppi mondiali. “Serve uno stimolo al mercato interno, su questo non ci sono dubbi” ribadisce Pichetto allo Spiffero.

I prezzi dell’elettrico non sono ancora competitivi sul mercato, per questo gli altri governi hanno offerto un bonus per spingere le vetture a energia pulita. Le previsioni del mercato parlano di 200mila veicoli elettrici che potrebbero potenzialmente essere venduti in Italia nel 2022, ma senza incentivi quel numero è destinato a essere fortemente ridimensionato.

Sulla questione è intervenuto anche l’ex sottosegretario Mino Giachino, oggi coordinatore della lista Sì Tav Sì Lavoro. “Gli ultimi due governi, penalizzati dalla visione miope o dall’incompetenza grillina, non hanno previsto adeguati stanziamenti per il rinnovo del parco auto e tir non solo con mezzi elettrici ma anche con Euro 6, che avrebbe aumentato la sicurezza stradale, diminuito l’inquinamento e  dato una spinta alla produzione da tempo in difficoltà” è la premessa da cui scaturisce la richiesta di “riunire il tavolo dei parlamentari delle Regioni ove vi sono stabilimenti auto e mezzi pesanti per preparare una risoluzione parlamentare che impegni l’esecutivo a intervenire urgentemente a favore del settore”. Iniziativa che ha trovato subito la sponda della Fiom.

Il testo della manovra ormai difficilmente subirà delle modifiche, ma nel corso dell’anno l'auto – con gli incentivi alla conversione degli stabilimenti così come i contributi per l’acquisto di vetture ecologiche – tornerà d’attualità. “A gennaio riuniremo il tavolo sull’auto con Stellantis in cui chiariremo la nostra posizione e affronteremo le ricadute delle scelte dell’esecutivo” dice Pichetto secondo il quale un’iniziativa parlamentare a favore del settore “non può che essere utile”. È il Parlamento, infatti “che dà l’indirizzo al governo e non viceversa. In questo caso sarei anche d’accordo nel merito”.    

print_icon