LOTTA AL COVID

Scuola, tamponi e quarantene.
Cirio: "Cambiare le regole"

Ogni giorno sempre più aule vuote. Tracciamento al collasso e troppa burocrazia aumentano la Dad. Le Regioni al Governo: "Norme più semplici. Il criterio deve essere solo tra vaccinati e non vaccinati". Modificare anche il congedo parentale

“Le regole per la scuola non sono sbagliate. Sono semplicemente inapplicabili. Noi lo abbiamo detto da subito”. In quel “noi” Alberto Cirio racchiude tutti i suoi colleghi presidenti di Regione che già domani si riuniranno, in presenza, a Roma in una Conferenza da cui partirà una serie di richieste al Governo. 

Richieste di modificare un impianto normativo che ha inequivocabilmente mostrato tutta la sua complessità e, di conseguenza, inutilità nell’azione di contenimento dei contagi da Covid nella popolazione scolastica. La settimana che si è appena conclusa ha visto il caos nel mondo dell’istruzione raggiungere livelli impensabili: un numero enorme di classi che passano dalle lezioni in presenza alla didattica a distanza in base a parametri diversi e diversamente applicati dai dirigenti scolastici, ma anche dalle Asl, come nel caso di Torino dove l’azienda sanitaria ha alzato bandiera bianca di fronte all’impossibilità di effettuare i tracciamenti. Insegnanti e famiglie costretti a scoprire da un’ora all’altra se la lezione sarà sui banchi o davanti allo schermo di un computer, genitori di bambini e ragazzi a caccia di tamponi con code interminabili e, per molti versi, incomprensibili davanti alle farmacie o agli hot spot.

Oggi incomincia un’altra settimana che nulla fa presagire sarà meno difficile di quella scorsa. “Dire che la scuola rimarrà aperta, come ha detto il Governo, imponendo poi regole confuse e impossibili da applicare resta soltanto uno slogan, lontano dalla realtà”, attacca Elena Chiorino, Fratelli d’Italia, assessore regionale all’Istruzione che oggi parteciperà all’incontro con i suoi omologhi delle altre Regioni e porrà la questione, anticipando in parte l’atto pesante atteso per domani dai governatori, tutti schierati senza divisioni politiche per una semplificazione. “A scuola bisognerebbe introdurre il fatto che anche i bambini e i ragazzi che sono vaccinati vengano privilegiati sulle quarantene esattamente come gli adulti – sostiene il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini del Pd –. Non si capisce perché un adulto se viene a contatto con un positivo ed è asintomatico possa non fare la quarantena e i ragazzi no”.

Si spinge ancora più avanti, sul fronte piemontese, l’assessore alla Sanità Luigi Icardi: “Sono per la messa in quarantena solo per i sintomatici”. Da sempre fortemente schierata per la scuola in presenza, la titolare della delega all’Istruzione nella giunta Cirio oggi è costretta a vedere ogni giorno decine di classe che vanno in quarantena, “qui si sta minando fortemente il diritto all’istruzione – avverte Chiorino – con procedure iperburocratiche, magari in teoria anche valide, ma che sembrano scritte da chi sta su Marte. Quando i problemi riguardano non solo il Piemonte, ma tutte le regioni vuole dire che sono le prescrizioni ad essere sbagliate”.

A chiedere al Governo di rivederle il più in fretta possibile saranno, come detto, i governatori dai quali domani è attesa una formale richieste all’esecutivo. “La differenza per le misure da assumere nelle scuole deve essere soltanto più tra vaccinati e non vaccinati – spiega Cirio –. Un bambino vaccinato e che sta bene deve continuare ad andare a scuola, anche se nella classe c’è uno o più casi positivi”. 

Il governatore che si dice d’accordo con l’infettivologo Matteo Bassetti per il quale “la burocrazia sta fermando la scuola e il lavoro e con queste regole rischiamo il lockdown di fatto”, pone anche un’ulteriore questione non marginale legata alle quarantene per gli allievi delle scuole. Per Cirio che insieme a Chiorino ha inviato una lettera al ministro del Lavoro Andrea Orlando “è necessario rivedere criteri e importi dei congedi parentali che i genitori devono richiedere per accudire i bambini costretti a restare a casa”. Prorogare il congedo parentale per Covid fino al prossimo 30 giugno ovvero alla fine dell’anno scolastico, portare la percentuale di stipendio riconosciuta dal 50 all’80 per cento, un rimborso a saldo per le partite Iva, queste le principali richieste del Piemonte al Governo.

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