TRANSIZIONI

Con Ip a Torino si vola. Saracco: 
"La svolta non è solo elettrica"

L'azienda del gruppo Api sottoscrive un accordo con Politecnico, Istituto di tecnologia ed Envipark per la produzione di carburanti sostenibili per navi e aerei. Il rettore: "Puntiamo sui biocombustibili"

Ip, azienda del gruppo Api, sceglie Torino per sviluppare la ricerca sulle nuove energie per la mobilità. La cooperazione tra l’azienda dei carburanti, primo operatore privato del settore in Italia, con il Politecnico di Torino, l’Istituto Italiano di Tecnologia, ed Envipark, parte oggi con la firma di un’intesa.

Le tre istituzioni collaboreranno sulla produzione di carburanti sostenibili per navi e aerei attraverso tecnologie di economia circolare, sull’idrogeno verde per l’industria e il trasporto pesante, e sullo sviluppo di polimeri innovativi per bitumi modificati. Il tutto avvalendosi di competenze scientifiche all’avanguardia come quelle dell’Istituto italiano di tecnologia, con duemila dipendenti e dodici sedi italiane tra i leader mondiali nel campo.

L’accordo è stato firmato presso l’Enrivronment Park alla presenza dell’assessore alla Transizione ecologica del Comune di Torino, Chiara Foglietta, dai vertici dei quattro enti: l'amministratore delegato di Ip Daniele Bandiera, il rettore del Politecnico Guido Saracco, il direttore generale di Iit Gianmarco Montanari e il ceo di Environment Park Matteo Beccuti. “La Città c’è – ha detto Foglietta nel suo saluto – e vi supporterà nel conseguimento dei vostri obiettivi”.

“L’accordo con Ip su cui è incentrata la giornata di oggi, guarda al futuro in determinati settori come il navale e l’aviazione, dove non è proprio pensabile passare all’elettrificazione, ma vale lo stesso anche per le altre mobilità. Non credo si potrà elettrificare tutto. Bisognerà pensare a delle alternative come ad esempio i bio-combustibili di cui parliamo nella giornata odierna” sono le parole del rettore Saracco. “La transizione ecologica, fondamentale per l’Italia e il pianeta – ha aggiunto il rettore – è un tema chiave per la nostra attività di ricerca. La sfida a cui guarda questo accordo punta oltre a ciò che impone la Ue, il cui approccio di elettrificazione a ogni costo comporta molti problemi: qui ci occupiamo del carbonio come surrogato dei derivati petroliferi. Questo accordo è per noi un esempio di ciò che si deve fare”.

Una tesi su cui è d’accordo anche l’ad di Ip Bandiera: “Torino ha le competenze tecnologiche e la storia per essere un’officina di nuova mobilità. Noi siamo già pronti per l’installazione di migliaia di colonnine ultra-fast di ricarica elettrica, ma riteniamo che la transizione non debba avvenire in base a divieti, bensì a partire dagli stock oggi presenti. Dovremo accompagnare per lungo tempo le tecnologie e gli stock che ci hanno portato a ciò che siamo oggi, nel contempo lavorando per la transizione. Il lavoro è lungo e faticoso, e per compierlo bisogna investire. Qui abbiamo trovato le competenze necessarie ed enti pubblici straordinari, oltre a una storia di osmosi riuscita tra pubblico e privato”. 

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