VIRUS & POLITICA

Scuola, niente Dad per i vaccinati.
Lega divisa tra Governo e Regione

I ministri del Carroccio non votano le nuove misure per le quarantene: "Discriminazione tra immunizzati e non". Icardi: "Qualcuno strizza l'occhio ai No Vax, non certo io". L'assessore ribadisce la linea del Piemonte e segna la differenza nel partito

“Qualcuno nella Lega può strizzare l’occhio ai No Vax, certamente non io”. Luigi Icardi rifugge la polemica, ma a domanda diretta, l’assessore regionale alla Sanità rivendica la sua posizione chiara e netta. Lo fa a ridosso della decisione dei ministri del suo partito di non partecipare al voto dei nuovi provvedimenti sulla scuola “perché – come spiegato dalla componente leghista del Governo – introduce una discriminazione tra bambini vaccinati e non vaccinati”. 

Se la non inosservata assenza di Giancarlo Giorgetti a Palazzo Chigi è stata motivata da un “impegno delicatissimo” al dicastero, la mancata partecipazione degli altri ministri al varo delle nuove misure per contrastare e arginare i contagi in ambito scolastico ha riportato indietro il calendario al periodo in cui una parte del partito di Matteo Salvini e lo stesso leader avevano tenuto posizioni piuttosto ambigue sui vaccini.

Una posizione che pare aver stupito lo stesso Mario Draghi, il quale come riferiscono fonti di Palazzo Chigi, alla decisione comunicata dal ministro Massimo Garavaglia avrebbe replicato: “Capisco le difficoltà, gli scrupoli e le perplessità, ma la distinzione tra vaccinati e non vaccinati, anche nelle scuole, va introdotta”. Distinzione che altro non è se non il mantra che non solo il governatore Alberto Cirio, ma non di meno lo stesso Icardi, ripetono da giorni, settimane.

Evidente la scollatura (per usare un eufemismo) tra la Lega al Governo del Paese e più stretta in dinamiche politiche soprattutto dopo la vicenda dell’elezione del Presidente della Repubblica con tutto quel che ne consegue e la Lega che governa una Regione come il Piemonte dove, più che in altre, si sta spingendo proprio sulla vaccinazione della popolazione in età scolastica. 

Draghi ha ribadito che le lezioni in presenza sono la priorità dell'esecutivo, che con le sue decisioni “va incontro alle esigenze delle famiglie, che trovano il regime attuale delle quarantene troppo complicato e restrittivo”. Parole che evidentemente non hanno convinto i leghisti. “Pur condividendo le misure di apertura contenute nel decreto approvato oggi in Cdm – hanno poi spiegato – in coscienza non potevamo approvare la discriminazione tra bambini vaccinati e non vaccinati. I dati ci dicono, per fortuna, che i contagi scendono quotidianamente e nostro dovere è lavorare con determinazione alle questioni concrete per risolvere i problemi del paese”. 

Sarà che nel partito “ci sono due anime”, come spiega con una battuta Icardi, certo è che lui incarna quella che di fronte alla necessità di garantire quanto più possibile le lezioni in presenza e, ancor più, evitare casi gravi nei bambini, non mostra il minimo dubbio su come procedere, sposando in pieno la decisione del Governo, peraltro sollecitata proprio dalle Regioni, Piemonte in testa.

“Ho sempre spinto sulla vaccinazione e continuo a farlo, perché credo che sia un dovere civico. Non vaccinandosi, lo abbiamo ripetuto mille volte, si aumenta in maniera esponenziale l’eventualità di finire in ospedale e di privare altri che hanno bisogno di cure”.  Anche per quanto riguarda i bambini “la nostra posizione è da tempo molto chiara, chiedendo di intervenire con le quarantene solo per i sintomatici e coinvolgendo i pediatri per promuovere il più possibile l’immunizzazione contro il Covid nei bambini. La risposta alla campagna vaccinale sui più piccoli, in Piemonte, ad oggi “è abbastanza buona, ancorché ovviamente da incrementare. Siamo a circa un terzo della fascia dai 5 agli 11 anni. Parlare di discriminazione tra vaccinati e non vaccinati non mi pare sia l’approccio giusto, certo non è il mio”.

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