LA SACRA RUOTA

Il mercato dell'auto affonda,
Pichetto promette un fondo

"L'ipotesi allo studio è una dotazione di un miliardo di euro all'anno per tre anni". L'annuncio del viceministro del Mise. Intanto le vendite continuano ad arrancare in tutta Europa e Stellantis fa peggio della media nel vecchio continente

Un super fondo per lanciare la transizione ecologica nell’auto e sostenere le vendite delle auto meno inquinanti. Ad annunciarlo è il viceministro allo Sviluppo economico Gilberto Pichetto al webinar sulla “Transizione della filiera automotive” organizzato dall’Anfia. “Domani ci sarà un consiglio dei ministri, è ancora aperto il confronto con il ministero dell’Economia. Non si sa se già domani ci sarà qualche decisione, ma il tema è caldo” ha detto Pichetto. “L’ipotesi – ha proseguito – è quella di un grande fondo per almeno tre anni, in cui valutare ciò che serve per gli Ecobonus e ciò che serve per la transizione”.

L’ipotesi allo studio è di arrivare a stanziare un miliardo di euro all’anno per dieci anni. “C’è un problema di accompagnamento di transizione della filiera per i prossimi dieci anni, i più difficili saranno gli anni 2025-2030. Stiamo lavorando. È una battaglia comune” ha assicurato PIchetto.

Era stato proprio il viceministro ad assicurare più fondi per l’auto nel 2022 quando scoppiarono le polemiche per l’assenza di incentivi nella manovra finanziaria approvata alla fine dello scorso anno con l’eccezione di uno stanziamento da 150 milioni destinato alla conversione di impianti e formazione dei lavoratori.  Troppo poco. Gli altri paesi europei fanno meglio, molto meglio. Per spingere il mercato delle auto a zero o a bassissime emissioni, secondo i dati dell'Unrae, la Germania ha stanziato 2,1 miliardi di euro di incentivi, la Francia 1,25 miliardi, la Spagna 619 milioni, mentre il Regno Unito ha messo in bilancio 2,5 miliardi fra incentivi all’acquisto e investimenti in infrastrutture per il periodo 2022-2025. Proprio allo Spiffero Pichetto aveva spiegato che “serve uno stimolo al mercato interno, non ci sono dubbi” ed è stato proprio lui a impegnarsi affinché quello stimolo trovasse forma in un fondo apposito.

Le rassicurazioni del governo arrivano nel giorno in cui l’Acea (l’associazione dei costruttori europei dell’auto) presenta i dati, in profondo rosso, delle immatricolazioni nel vecchio continente. A gennaio in Europa Occidentale sono state immatricolate 822.423 auto, con un calo del 2,4% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso (addirittura -32,9% se si rapportano a quelle del 2019). Un quadro ancor più a tinte fosche per Stellantis che fa peggio della media europea, immatricolando 156.673 auto con un calo del 12,4%. Così la quota di mercato del gruppo è scesa dal 21,2 al 19,1 per cento.

Il mercato, che non aveva manifestato alcun segnale di ripresa nel 2021 dopo la drastica caduta del 2020, apre quindi il 2022 ancora fortemente in crisi, secondo il centro studi Promotor. Tutti i 30 mercati dell’area – spiega – sono in rosso tranne Islanda (+4,4%) e Cipro (+8,7%). Le cause sono imputabili alla pandemia, ma anche alle difficoltà di fornitura di microchip e ora si sono aggiunte le preoccupazioni per il ritorno dell’inflazione. Unico segnale positivo è che in tutti i Paesi, compresa l’Italia, cresce l’interesse per l’elettrico che aumenta le quote di mercato. Il risultato peggiore è stato messo a segno dalla Spagna, che su gennaio 2019 accusa un calo del 54,7%, seguita, nella classifica dei peggiori risultati, dall'Italia con -34,8%, contro il -33,6% della Francia, il -30,7% della Germania e il -28,5% del Regno Unito.

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