DIPLOMAZIA PERICOLOSA

"Grazie per il sostegno al Donbass",
il passato che non passa di Marrone

Sono note le simpatie dell'assessore regionale di Fratelli d'Italia per la sedicente repubblica del Donetsk ma fino a quando sono durate le relazioni "istituzionali"? Spunta un post in cui i filorussi lo indicano ancora copresidente della rappresentanza diplomatica

Il volto italiano della sedicente repubblica filorussa del Donbass. È quello che emerge in tre post presenti sul sito ufficiale del ministero degli Esteri dell'autoproclamata Repubblica che si sperticano in lodi e ringraziamenti a Maurizio Marrone, figura di spicco di Fratelli d’Italia, ma soprattutto assessore regionale del Piemonte alla Cooperazione internazionale. Lo stesso che, su pressante sollecitazione del governatore Alberto Cirio, pochi giorni fa ha votato l’ordine del giorno di condanna dell’invasione russa dell’Ucraina. “Ma basta questo?”, chiede il Pd formulando una serie di ulteriori domande che suonano implicitamente come risposta negativa. 

“I rapporti dell’assessore Marrone con l’autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk non sono semplicemente fonte di imbarazzo per la Regione Piemonte, ma minano la credibilità stessa dell’istituzione regionale, che non può essere sacrificata sull’altare dei traballanti equilibri della maggioranza, tanto più in un momento drammatico come quello che stiamo vivendo, di fronte ad un conflitto che potrebbe allargarsi anche all’Europa”, spiega Domenico Rossi, consigliere regionale Pd. Finito al centro delle polemiche nei giorni scorsi Marrone ha annunciato azioni giudiziarie: “Sto procedendo con le querele contro questa spy story da strapazzo”, riferendosi in particolare al filmato in cui il consigliere otto anni fa era stato ripreso allo stesso tavolo insieme ad Andrea Palmeri, un ultras di Lucca, combattente e reclutato nele framge di estrema destra nel Donbass, e ricercato in Italia: “il soggetto che viene indicato era lì a quella cena non per un incontro con me, ma in qualità di interprete dei giornalisti italiani presenti che accompagnava come guida”. 

I post saltati fuori oggi sono assai più recenti rispetto al 2017, anno in cui il capogruppo di FdI Paolo Bongioanni fissa il convinto sostegno del suo assessore e del suo partito all’enclave filorussa in Ucraina. Dalle pagine dei social gestite dalla neoproclamata repubblica del Donbass saltano fuori post imbarazzanti per l’assessore che, al suo ingresso in giunta dopo le dimissioni di Roberto Rosso, ricevette la delega alla Cooperazione Internazionale quando già erano note le sue posizioni. Delega che, non a caso, viene evidenziata dai filorussi in resoconti dell’attività di Marrone legandoli abilmente al suo ruolo di copresidente della rappresentanza della repubblica del Donbass (mai riconosciuta dell’Italia e dall’Unione Europea), che egli sostiene di aver lasciato da tempo, almeno dal 2019. Ma è di pochi mesi fa un post in cui i filorussi indicano ancora Marrone con quella carica.

Nelle stesse pagine alcune iniziative svoltesi in Piemonte la presenza dell’esponente di FdI viene utilizzata per ribadire l’appoggio da parte di un rappresentante della Regione Piemonte. In un post dello scorso anno si fa riferimento all’evento culturale “Scarabocchi” tenutosi a Novara e Marrone viene definito “copresidente del centro di rappresentanza Dpr di Torino” e  si esprime la “più sincera gratitudine per l’inestimabile sostegno dimostrato”. Non solo. Viene affermato che nel corso dell’evento “Marrone ha condiviso la sua posizione sul Donbass”, citando una lunga dichiarazione posta tra virgolette. Il secondo post è relativo al Salone del Libro di Torino dell’ottobre 2021, ed è dello stesso tenore. Il terzo riguarda la mostra fotografica “Strappi tra violenza e indifferenza” del gennaio 2022 a Torino, organizzata “con il supporto” tra gli altri di Marrone, che la nota definisce come “mostra a sostegno delle Repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk”, con i soliti elogi per la “diffusione di informazioni veritiere” su quelle realtà.

Disinformazione? Propaganda? Se così fosse certo ai filorussi non è mancato materiale. Marrone non era a conoscenza di questo? Qualcuno ha pensato che in Regione nessuno andasse a scandagliare i post filorussi, come invece è successo rendendo ancor più pesante la situazione e ineludibile un chiarimento netto da parte del governo regionale, al di là del voto sulla condanna dell’invasione, peraltro sollecitato in maniera decisa da Cirio (e, a quanto si racconta, da Giorgia Meloni).

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