POST EMERGENZA

Liste d'attesa, "piano sbagliato".
I privati contestano la Regione

Corsa, con inciampi, in assessorato. Le cliniche contestano la decisione della Regione di unificare le prenotazioni entro fine maggio. Parrella (Aria): "Pesanti disagi per i cittadini". Perla (Aiop): "Occorre più tempo. Disattesi gli impegni, impugneremo la delibera".

La gatta frettolosa continua a scorrazzare nei corridoi di corso Regina Margherita. Se frutto dell’annuncite, ormai endemica, o piuttosto di un’azzardata strategia non è dato sapere, certamente la tempestività nel comunicare gli ulteriori provvedimenti per ridurre le liste d’attesa appare a dir poco eccessiva, nonché foriera di ulteriori problemi. Ne elencano una sfilza i vertici delle associazioni che rappresentano le strutture sanitarie private accreditate, balzati sulla sedia di fronte al comunicato dell’assessore Luigi Icardi.

Nell’annunciare il riparto dei fondi assegnati alle aziende sanitarie per recuperare le prestazioni rallentate o bloccate nei due anni di pandemia, da corso Regina si è anche spiegato che “entro il 31 maggio 2022 le strutture private accreditate, che erogano prestazioni per conto e a carico del servizio sanitario regionale, sono tenute a rendere disponibile nel sistema Cup regionale il 100 per cento delle agende destinate alla prenotazione delle prime visite e altre prestazioni di primo accesso”.

Una decisione che ha spiazzato sia Giancarlo Perla, presidente di Aiop (l’associazione che rappresenta cliniche e laboratori privati “laici”), sia Josè Parrella suo omologo per l’Aris, che raggruppa le strutture sanitarie di carattere religioso. Entrambi erano rimasti a quanto convenuto nella riunione di pochi giorni fa in assessorato, smentito o comunque superato dalla decisione comunicata ieri l’altro. “Avevamo spiegato le difficoltà e la necessità di trovare soluzioni per superarle, invece ci troviamo un annuncio di una misura non solo non concordata, ma che è impossibile da attuare”, spiega un Parrella accalorato e deciso nel tenere il punto.

“Se andassimo dietro a quello che avrebbe deciso la Regione anziché risolvere il problema delle liste d’attesa ne provocheremmo altri e a spese dei cittadini. Il sistema non è pronto e non può essere messo in piedi in fretta. Non a caso avevamo spiegato che al massimo avremmo potuto fornire il 30 per cento delle nostre agende, non il cento per cento”. 

Non meno dura la posizione di Perla che cala sul tavolo una carta pesante: “Questa iniziativa unilaterale pregiudica la trattativa in corso sull’accordo per l’anno in corso”, ovvero il contratto che la Regione sta discutendo con la sanità privata per le prestazioni in regime di accreditamento, cruciali come mai prima d’ora proprio per la mole di arretrati da recuperare. “Ci attendevamo una condivisione – dice il presidente di Aiop, ricordando l’incontro con il direttore regionale Mario Minola – invece abbiamo trovato una posizione unilaterale che lascia increduli di fronte al metodo, riservando il giudizio nel merito quando saremo nella condizioni di poter leggere la delibera, che ancora non ci è stata fornita”. 

Fissare a fine maggio il passaggio di tutte le prenotazioni della sanità privata (ovviamente in regime di accreditamento, ovvero visite, esami e interventi pagati dal servizio sanitario) per le due associazioni che rappresentano la totalità delle strutture “è un’assurdita”, come ribadisce Parrella, citando tra le altre problematiche “la questione territoriale non risolta, che porta come ha portato a proporre a un abitante di Cuneo una visita a Borgomanero o a uno di Alessandria un intervento a Cuneo”. Poi c’è il problema dei sistemi informatici che “non si parlano tra loro” e non basta certo il regime transitorio fino ad agosto, come annunciato nel comunicato, per risolverlo. “Se si manterrà questa disposizione, le conseguenze negative, con ritardi e intoppi si ripercuoteranno sull’utenza”, avverte Perla. “Noi abbiamo sempre garantito prestazioni in tempi rapidi, non di rado aumentandone il numero con decisioni prese nel giro di minuti e allungando gli orari. Con il sistema previsto dalla Regione, non sarà più possibile, tutto dovrà essere concentrato nel cup”.

Già, il centro unico di prenotazione per il quale il Piemonte riceve risorse dal ministero, ma che ha già mostrato in passato non poche falle e disagi per i cittadini. “Abbiamo molti pazienti che hanno un rapporto consolidato con noi, cambiare in maniera repentina procedure senza più poter ricevere richieste di prenotazioni provocherà pesanti disagi”, prevede Parrella guardando alle numerose strutture religiose che rappresenta e che sono distribuite sul tutto il territorio regionale.

Che cosa ha indotto corso Regina ad accelerare su un punto ancora in discussione? Che fretta c’era di annunciare quel termine cui si dovranno adeguare i privati? “Il direttore Minola aveva detto che prendeva atto delle nostre richieste – ricorda Perla – e che ci saremmo rivisti dopo Pasqua. Invece abbiamo letto della decisione. Se questa è la risposta, dopo Pasqua e dopo aver letto la delibera daremo la nostra, di risposta, affidando ai legali il compito di impugnare l’atto”.