GLORIE NOSTRANE

Sandretto torinese dell’anno sbarca a Venezia

La signora dell'arte sarà premiata l'8 maggio dalla Camera di commercio. E intanto partono i lavori per realizzare la terza sede della Fondazione, nell'isola di San Giacomo

L’isola di San Giacomo diventerà la nuova sede della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, aggiungendosi alle sedi di Guarene, aperta nel 1997, e di Torino, inaugurata nel 2002. Il modo migliore per Patrizia Sandretto di celebrare il riconoscimento di “Torinese dell’anno” che le verrà assegnato l’8 maggio dalla Camera di commercio.

San Giacomo diventerà un luogo per produrre progetti artistici, per ospitare ricerche e discorsi sull’arte, la musica, il cinema, il teatro, la cultura contemporanea. Circondata dal delicato ecosistema della laguna, l’isola sarà un laboratorio di riflessione ecologica, nel quale attuare i principi della sostenibilità e della transizione energetica. Gli edifici presenti – le tre polveriere del presidio militare di età napoleonica, costruito nel 1810 dopo la demolizione dell’antico monastero di San Giacomo Maggiore – verranno restaurati, e intorno agli edifici, inutilizzati dagli anni 60, verranno messi a dimora nuovi alberi, così da riportare l’isola al suo paesaggio naturale.

L’apertura di questa prima fase del progetto è collegata alla storia recente di San Giacomo. Qui, nel settembre 1975, in occasione della Biennale del Teatro, il regista Jerzy Grotowski aveva messo in scena Apocalypsis cum figuris. Nel buio, rotto solo dalla luce delle candele, l’Apocalisse sembrava un sogno. Ispirati dai racconti di quel teatro “povero”, coraggioso e libero, le attività sull'isola sono state inaugurate con una performance. Il 21 aprile 2022, in occasione dell'opening della 59. Esposizione Internazionale d'arte – Biennale di Venezia, la performance “in the tired watering” di Jota Mombaça, a cura di Hans Ulrich Obrist, si è confrontata con le qualità dinamiche dell'acqua, con le inquietudini legate alla crisi climatica e ambientale, con la consapevolezza dell'imminenza di una possibile catastrofe planetaria.

Nei prossimi giorni iniziano i lavori di recupero sull’isola di San Giacomo, il cui termine è ipotizzato per la fine del 2024. Il “cantiere” sarà l’occasione per far procedere in parallelo i lavori di restauro e la progettualità artistica pensata specificamente per questo luogo. Nei prossimi anni, oltre agli architetti, saranno al lavoro gli artisti Giovanna Silva e Antonio Fortugno, incaricati di svolgere una campagna fotografica pensata per documentare l'intero percorso, da prospettive diverse, muovendosi tra il microscopico e il panoramico. Al paesaggista Antonio Perazzi è affidata la progettazione delle aree verdi e la realizzazione di un piccolo bosco che sarà dedicato a Grotowski.

“Mi piace pensare che, attraverso i secoli, le diverse vite e funzioni di questa piccola isola siano rimaste custodite nel suolo e che ora possano tornare in superficie come motivi di ispirazione – afferma Patrizia Sandretto –. Vorrei che San Giacomo diventasse un punto di incrocio, di incontri e di scambi, tornando a essere, come nel passato remoto, una rotta tra le acque e i canali della laguna a nord di Venezia, a sua volta in collegamento con il mondo. Il nostro isolamento in questo breve lembo di terra emersa è un’azione transitiva, una scelta aperta alla mobilità dell'acqua, ai viaggi, le partenze, gli approdi”.

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