POLITICA & GIUSTIZIA

Caso Ream, Appendino assolta

Il Tribunale d'Appello ribalta la sentenza di primo grado. Con l'ex sindaca grillina prosciolti anche l'allora capo di gabinetto Giordana e l'assessore al Bilancio dell'epoca Rolando. Era stata condannata a sei mesi. Lacrime (amare) di gioia: "Confermata la mia buona fede"

La Corte di Appello di Torino ha assolto l’ex sindaca Chiara Appendino dalle accuse mosse nell’ambito del processo Ream. La pronuncia del giudice riguarda anche il suo capo di gabinetto Paolo Giordana e l’assessore al Bilancio Sergio Rolando. In primo grado la Appendino era stata condannata a 6 mesi di reclusione per una ipotesi di falso.

Appendino, in aula, ha accolto la sentenza in lacrime. “Sono state lacrime liberatorie. Ma anche lacrime di gioia. È stata confermata la mia buona fede”. Un pronunciamento che solo in parte lenisce la sofferenza di questi mesi. “È stata una pagina dolorosa – ha aggiunto – ma ora sono contenta e non vedo l’ora di riabbracciare la mia famiglia”.

Un debito da 5 milioni di euro non iscritto a bilancio per la riqualificazione dell’ex area Westinghouse. Inizia così l’inchiesta della Procura di Torino, coordinata dai pm Marco Gianoglio ed Enrica Gabetta, che nell’ottobre 2017 hanno inviato un avviso di garanzia ad Appendino, Rolando e Giordana, contestando loro il reato di falso ideologico e abuso d’ufficio. Per gli inquirenti, che indagano anche il dirigente comunale Paolo Lubbia, il Comune avrebbe omesso di inserire nel bilancio 2017 i 5 milioni versati come caparra dalla società Ream, che durante la precedente amministrazione comunale con Piero Fassino sindaco si era interessata alla riqualificazione dell'ex area Westinghouse, il cui progetto viene poi assegnato al gruppo Esselunga.  

Tutto era nato dopo che gli allora consiglieri di opposizione Alberto Morano e Stefano Lo Russo avevano presentato un esposto in Procura, facendo notare come la cifra non fosse mai stata restituita alla Ream. A disposizione dei magistrati, inoltre, una serie di mail inviate dal Gabinetto della sindaca all’ex direttrice finanziaria del Comune, Anna Tornoni, dove, fra le altre cose, si chiedeva di escludere il debito con Ream “in quanto con quel soggetto sono aperti altri tavoli di confronto”. L’ex direttrice rispondeva di non essere a conoscenza di alcun tavolo di confronto con Ream, facendo notare che l'amministrazione precedente aveva assunto come impegno la restituzione dei 5 milioni di euro, definita una spesa “prioritaria rispetto alle altre”. Nel luglio 2017 la Guardia di Finanza preleva dal Comune una serie di documenti relativi all'area ex Westinghouse, che finiscono sul tavolo della Procura.

Nel febbraio 2019, il gup Alessandra Pfiffner dispone una perizia tecnico-contabile sul rendiconto 2016 e sul bilancio di previsione 2017 del Comune di Torino, che viene poi discussa nel settembre successivo. Nell’ottobre 2019, la sindaca annuncia che chiederà il giudizio abbreviato. Si arriva così al 6 febbraio 2020, quando i pubblici ministeri avanzano dinanzi al giudice le richieste di condanna: 1 anno e 2 mesi per Appendino e per l’allora assessore Rolando, un anno all’ex capo di gabinetto Giordana. Il dirigente comunale Lubbia, a differenza degli altri tre, sceglie il rito ordinario e non quello abbreviato. A settembre arriva la sentenza: Appendino è condannata a 6 mesi per il falso ideologico relativo all’anno 2016, mentre è assolta per l’abuso d’ufficio 2016 e 2017 e per il falso ideologico del 2017. Per quanto riguarda gli altri imputati, Rolando è condannato a 6 mesi come la sindaca Appendino, mentre Giordana è comminata una pena di 8 mesi.

Tra i primi a congratularsi con l’ex sindaca il capo politico del M5s Giuseppe Conte: “Chiara, non abbiamo mai avuto dubbi sulla tua integrità e sull’azione politica che hai portato avanti. La sentenza di oggi ti rende giustizia! Il M5s ti abbraccia con tutto il suo calore!”.

print_icon