POLITICA & SANITÀ

Ospedali, guerra di campanile.
E nella Granda il Pd si spacca

Tensione tra Cuneo e Alba per il ruolo dei rispettivi nosocomi. Nel capoluogo i dem Gribaudo e Manassero alzano le barricate temendo un "sorpasso" di Verduno. Voce contraria dell'albese Marello: "Nessuna competizione". Icardi: "Miserabili mosse elettorali"

Spuntano i campanili sugli ospedali, in provincia di Cuneo. E, complice la campagna elettorale per il Comune capoluogo, ogni fazione politica suona la sua campana, peraltro non senza rintocchi diversi anche all’interno dello stesso partito.

L’atavica contesa tra Cuneo e Alba non risparmia, dunque, neppure la sanità se è vero com’è vero che nel dibattito politico sta salendo la temperatura sulla questione, aperta dal Pd e ribadita in un recente convegno, del rapporto tra l’ospedale del capoluogo (o meglio ancora quello che deve essere costruito per sostituirlo) e la nuova struttura di Verduno, attesa per moltissimi anni e inaugurato in piena pandemia.

Il Partito democratico cuneese, candidata sindaco Patrizia Manassero in testa, sale sulle barricate per difendere il Santa Croce e Chiarle da quello che viene indicato come un non nascosto proposito di insidiare il ruolo di hub da parte di Verduno. A mettere in guardia la Regione anche la deputata dem Chiara Gribaudo che, qualche giorno fa nell’incontro pubblico in cui si sono registrati anche gli interventi dell’ex presidente della fondazione per il nuovo ospedale, nonché già direttore della sanità piemontese Fulvio Moirano e dell’ex direttore generale dell’Aso Corrado Bedogni, ha avvertito: “L’hub di Cuneo è un’eccellenza che va messa al centro per i cittadini della Granda e del suo capoluogo. La Regione cambi passo”.

Trascorre qualche giorno e a dire che “non c’è nessun passo da cambiare, semmai i passi falsi li fa proprio il Pd cuneese per chiari scopi elettorali” è l’assessore alla Sanità Luigi Icardi, accomunato dai dem della Granda al suo presidente Alberto Cirio nel disegno di favorire l’ospedale Ferrero di Verduno e mettere in forse il ruolo centrale di quello del capoluogo. L’ex sindaco di Santo Stefano Belbo e il governatore che arriva da Alba, uniti (a dispetto delle note e ormai croniche frizioni) in un asse sanitario langarolo? Icardi ribatte punto su punto la tesi di Manassero e Gribaudo che, peraltro ha dovuto incassare un pesantissimo distinguo domestico.

Ancor prima del convegno il consigliere regionale del Pd e già sindaco di Alba Maurizio Marello aveva affidato a una nota il suo dissenso rispetto alla linea dei compagni cuneesi: “Mi pare giusto ragionare sulle nuove prospettive dell’ospedale di Cuneo, un po’ meno pensare che il resto della provincia debba essere piegato al capoluogo. Mi chiedo in particolare in che senso si possa affermare che, il fatto che alcune specialità vengano trasferite a Verduno, significhi un impoverimento del servizio sanitario? Il Covid ci ha insegnato che la sanità territoriale è fondamentale”. Per Marello, inoltre “Verduno è una struttura con grandi potenzialità. In una provincia che è grande quanto la Liguria credo che la sanità debba organizzarsi per essere il più possibile vicina ai cittadini”. Conclusione: “Verduno e Cuneo possono essere due grandi poli, non gli unici, della sanità ospedaliera in provincia. Chi la pensa diversamente non ha a cuore la salute dei cittadini, ma solo il proprio campanile”.

Era rivolta a lui la sibillina frase di Gribaudo riferita a chi “fa il gioco di Cirio e Icardi?”. Di certo nel Pd la questione sembra avvitarsi tra urne e campanili, pur partendo da reparti ospedalieri e specialità cliniche. A dare la stura alle accuse di voler penalizzare Cuneo a favore di Verduno, mettendo in predicato anche il ruolo centrale di hub della struttura del capoluogo sarebbe stata la decisione dell’Asl Cuneo2 di dotare Verduno di due strutture semplici, una di chirurgia vascolare, l’altra di chirurgia plastica, “indispensabili come supporto alla chirurgia generale”, puntualizza Icardi. Il quale rifiuta il concetto di duplicazione dei servizi rispetto a Cuneo: “Non si tratta di strutture somplesse, non previste dalla rete ospedaliera secondo standard nazionali.

E non regge neppure la tesi dell’aumento dei costi visto che si aumentano le prestazioni di bassa complessità a vantaggio dei cittadini, con minori costi a loro carico”. Icardi ribatte pure sulla qualità dei servizi, ma soprattutto l’assessore non ci sta a passare, insieme al governatore, per chi rema contro Cuneo a favore di Alba addirittura, com’è stato sostenuto dai dem, violando le norme: “Accuse indegne e prive di ogni fondamento – ribatte il titolare della Sanità regionale – il decreto ministeriale 70 prevede che non si possano istituire negli ospedali spoke, com’è Verduno, strutture complesse di chirurgia vascolare o plastica, in questo caso si tratta di strutture semplici. Questa la verità, tutto il resto solo una miserabile campagna elettorale”.

Parole forti, come del resto non certo morbide sono state quelle pronunciate nell’incontro pubblico promosso dal Pd. Che sulla vicenda, in cui la sanità s’intreccia tra future elezioni amministrative e vecchie ruggini di campanile, suona con campane diverse. Una “stecca” che è musica alle orecchie del centrodestra. 

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