FAIDA TRA BERLUSCONES

Ronzulli ora fuori dalle scatole? In Piemonte fanno gli scongiuri

Con l'eccezione di Cirio, che con la vestale di Arcore ha buoni rapporti, la gran parte dei dirigenti piemontesi di Forza Italia spera che la sua promozione in Lombardia la tenga lontano dalle liste alle prossime politiche. A partire dalla gelminiana Porchietto

Lontano dal placarsi, la bufera che scuote Forza Italia, dopo la nomina della vestale arcoriana Licia Ronzulli a coordinatrice del partito in Lombardia con la giubilazione dell’europarlamentare Massimiliano Salini e la durissima reazione della ministra Mariastella Gelmini, fa spirare i suoi venti ben oltre i confini lombardi. E lì vicino, in Piemonte, c’è chi l’aria tesa l’annusa per cercare di prevedere i possibili effetti domestici dello scontro tra le due parlamentari, tra le più potenti nel partito sia pure ormai su fronti nettamente opposti.

Molto legata al governatore Alberto Cirio, sui cui avrebbe avuto un peso non irrilevante al momento della decisione di Silvio Berlusconi di puntare sull’allora parlamentare europeo, Ronzulli non ha mancato negli ultimi tempi di marcare il territorio (soprattutto con Cirio) in Piemonte. L’ultima sua comparsata è stata a Superga nella giornata di commemorazione del Grande Torino. Anche li, vicina al governatore. Nel corso di una precedente trasferta torinese, aveva, invece marcato in maniera evidente le distanze da chi al di qua del Ticino è considerata la parlamentare azzurra piemontese più vicina e fedele di Gelmini. A Claudia Porchietto, Ronzulli aveva, in sostanza detto, di mettersi il cuore in pace su una sua capolistatura alle prossime politiche, facendo intendere che era inutile coltivare illusioni. Prima ancora pare si fosse messa di traverso all’ipotesi che avrebbe dovuto vedere la parlamentare torinese in ticket col candidato sindaco di centrodestra Paolo Damilano, come sua vice a Palazzo di Città in caso di vittoria (che poi non ci fu).

Presenza ripetuta e “pesante” politicamente in Piemonte quella della parlamentare più vicina al Cav e da molti indicata come figura di spicco del cerchio tragico di Arcore. Tanto che, non senza ragioni, molti tra quel che resta dell’establishment azzurro la indicavano come una sorta di plenipotenziario ombra in vista della formazione delle liste per le candidature al Parlamento nella regione dove il partito è affidato a Paolo Zangrillo, fratello del medico personale di Berlusconi. Una prospettiva tutt’altro che rosea per la gelminiana Porchietto, anche sol per questo fatto nella black list ronzulliana. 

Tutto questo fino a pochi giorni fa quando il Cav ha dato in benservito a Salini e insediato la sua fedelissima alla guida del partito in Lombardia, enorme bacino elettorale per la circoscrizione Nord Ovest delle Europee, appuntamento cui non è ancora affatto escluso torni a guardare Cirio, il quale potrebbe contare non solo sul sostegno di Ronzulli (e ovviamente di Berlusconi) ma anche sulla discesa dello stesso Salini dai ranghi dell’aristocrazia arcoriana. Per contro, proprio la concentrazione sulla Lombardia potrebbe finire con il favorire Porchietto. O, perlomeno, togliere dalla strada verso la sua riconferma in Parlamento uno degli ostacoli più pesanti.

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