DRAMMA

Mottarone, un anno fa la tragedia. Ricordo delle vittime e ricostruzione

La sindaca di Stresa chiede un "modello Morandi" per rilanciare e mettere in sicurezza la funivia. Il pianto delle famiglie delle 14 persone decedute nel crollo. Mentre si attendono le conclusioni delle indagini si invoca "giustizia". Cirio: "Doveroso da parte delle istituzioni"

“Chiediamo un modello Morandi per la ricostruzione”. A un anno dalla tragedia della funivia Mottarone il territorio del Verbano Cusio Ossola guarda avanti. E punta al progetto di ricostruzione dell'impianto dopo la strage, che ha provocato la morte di 14 persone: una ricostruzione che, come chiede la sindaca di Stresa Marcella Severino, deve essere rapida. Oggi le celebrazioni in vetta: una stele dedicata alle vittime e la messa in ricordo di chi non c’è più. Il giorno dopo la tragedia il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini era arrivato a Stresa per dimostrare l’attenzione del Paese e del governo a quanto accaduto. Lo stesso giorno ha annunciato una commissione d’inchiesta dedicata, mentre le indagini fanno il loro corso (14 gli indagati). Ma parallelamente occorreva muoversi per la ricostruzione: e così il ministro del Turismo Massimo Garavaglia ha nominato un consulente per la rinascita della funivia, Angelo Miglietta, che ha curato anche la Skyway del Monte Bianco.

Le idee presentate al ministero dal Comune di Stresa sono state tre: un rifacimento della linea su fune; un tronco fune Stresa-Alpino e poi dall’Alpino il ripristino del trenino a cremagliera; un’ipotesi più territoriale di unione del Lago d’Orta e di quello Maggiore. Quella che sembra si realizzerà è la ricostruzione di un impianto interamente a fune ma manca ancora, concretamente, il progetto dettagliato: il costo indicativo è tra i 25 e i 30 milioni di euro, contro i 70 che ci sarebbero voluti per un impianto misto.

“Abbiamo chiesto un modello Morandi, per snellire le procedure – spiega a LaPresse la sindaca –. Abbiamo chiesto anche un impianto moderno, innovativo e sicuro. E che ci sia magari una archistar a progettarlo, per ridare vita a questo territorio” insiste. L’idea non è più un trenino ma un impianto a fune che rispetti i due tronconi: “Ci sarà la sosta all’Alpino per il giardino botanico” aggiunge Severino. Tra le ipotesi sul piatto non è comunque sparita quella di un collegamento tra la vetta del Mottarone e Omegna, “per unire i due laghi del territorio. Naturalmente, però, un conto è costruire su un impianto già esistente, un altro è fare qualcosa da capo. Se ne riparlerà. Sarebbe però un bel messaggio di unione”.

All’inaugurazione del cippo commemorativo la prima cittadina, visibilmente commossa, ha ricordato la domenica 23 maggio di un anno fa, quando la cabina numero 3 della funivia che dalle sponde del lago sale in cima alla montagna è precipitata. “Ricordo la disperata ricerca di un battito, di un respiro tra tutti quegli zainetti simbolo di un giorno che doveva essere di festa – ha rammentato –. Invece c’era solo silenzio. Poi qualche giorno dopo le coltellate, quando si è scoperto che forse si poteva evitare...”.  Ora l’imperativo è anzitutto “fare giustizia” perché “è doveroso, la città di Stresa lo chiede con forza e vi abbraccia tutti”, ha detto rivolgendosi ai parenti delle quattordici vittime nell'anniversario della tragedia del Mottarone. Appello a cui si è unito anche il presidente della Regione Alberto Cirio: “Chiedere giustizia non fa tornare indietro le persone, ma è un dovere che le istituzioni devono garantire”.

Il corteo silenzioso con le autorità è stato punteggiato solo dai singhiozzi dei parenti delle vittime. “Ci hanno abbandonati completamente, vogliamo giustizia e verità e vogliamo che facciano in fretta. Ci siamo sentiti abbandonati, nessuno si è fatto sentire, lo Stato non ha fatto le condoglianze: questa vicenda è peggio del Ponte Morandi”, denuncia Teresa Pelagi, nonna di Mattia Zorloni e mamma di Elisabetta Personini, entrambi morti nella strage. Tra i famigliari arrivati questa mattina al Mottarone c’è anche Aya Biran-Nirko, zia di Eitan, il bambino unico superstite dell’incidente. Sul posto anche la procuratrice di Verbania Olimpia Bossi.

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